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oggi è il: 03|07|2024


POLO ENERGETICO, VECCHI E NUOVI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI: SVILUPPO E SALUTE NON POSSONO ESSERE SEPARATI!
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All’inizio del 1997, sulla scia della trasmissione a Brindisi di alcuni atti riguardanti l’indagine sulle malattie e le morti da PVC a Porto Marghera e dei dati di mortalità per tumore nella area ad alto rischio ambientale di Brindisi forniti dall’OMS, MD presentò un esposto a diverse autorità competenti in ambito ambientale e sanitario, locali, regionali e nazionali, nonché giudiziarie, chiedendo chiarimenti sugli strumenti che la legge richiede siano messi in atto per difendere lavoratori e popolazioni dai pericoli di ben precisi inquinanti. In particolare si faceva riferimento a Policloruro di vinile (PVC) e cloruro di vinile monomero (CVM), amianto, anilina, metalli pesanti (berillio, tallio e arsenico), diossine, IPA alla cui immissione nell’ambiente concorrono sia le attività di produzione di energia che il polo chimico. Con l’impiego dell’orimulsion si possono aggiungere all’elenco vanadio e nichel, quest’ultimo cancerogeno per le vie respiratorie. Se si fa eccezione per l’autorità giudiziaria, impegnata sul filone omologo a quello di Porto Marghera e su casi di danni alla salute provocati dall’amianto, nessuna risposta è giunta dalle altre autorità.

All’indomani della nostra campagna "Brindisi come Porto Marghera", che volle sostenere la coraggiosa denuncia del lavoratore chimico Luigi Caretto, deceduto per un tumore correlabile alle esposizioni lavorative, fu avviata una contro-campagna che aveva l’obiettivo di screditare i dati sulla mortalità per tumore diffusi dall’OMS, sostenendo che in fondo c’era chi stava peggio di noi e mettendo in campo "scienziati" (per anni consulenti aziendali) che minimizzarono, in conferenze pubbliche e contro ogni evidenza scientifica, la capacità di produrre il cancro, anche a piccole concentrazioni, degli idrocarburi policiclici aromatici (noti cancerogeni), ma soprattutto tacendo sulla compresenza a Brindisi di differenti fonti di cancerogeni ambientali che si potenziano a vicenda.

I dati dell’OMS sulla mortalità per tumore, per quanto fermi al 1997 non hanno a tutt’oggi trovato serie smentite: i numeri relativi al 1997 e 1998 forniti dalla AUSL Brindisi 1 sono, per usare un termine tecnico, "grezzi", cioè non comparabili con quello dell’OMS che sono invece, giustamente corretti per l’età della nostra popolazione, più giovane di quella di un’area del Nord e quindi con una attesa di tumori inferiore. Ciò nonostante l’OMS, su dati di 20 anni fa, rilevava un incremento significativo di tumori polmonari! Se si tiene conto che il dato dell’OMS, relativo agli anni ’80, registrava in realtà gli effetti dell’inquinamento di alcuni decenni precedenti (i tumori compaiono molti anni dopo l’esposizione ai cancerogeni) ed il mancato aggiornamento dei dati ai giorni nostri, ben si comprende che vi è ancora una grave lacuna di conoscenza, altro che situazione nella media!

A ciò si aggiunga la mancanza a tutt’oggi di una valutazione di impatto ambientale da parte degli enti locali per entrambe le centrali termoelettriche e l’assenza di una rete di monitoraggio e comunque sistemi di controllo efficaci ( gli strumenti oggi disponibili rilevano solo inquinanti marginali).

Riguardo all’amianto rileviamo che non è stato condotto dalla Regione il censimento previsto per legge e la sua presenza copiosa nell’area energetica e chimica costituisce una minaccia per lavoratori e cittadini: per un cancerogeno così potente, che colpisce non solo pleura e polmone, ma anche tratto intestinale, non si possono accettare limiti di sicurezza: bisogna applicare la legge sulla sicurezza sul lavoro che prescrive di sostituire ciò che è nocivo con ciò che non lo è! (art 3 D.Lvo 626/94). Che sia, poi, pericoloso anche per i cittadini lo dimostrano i casi non infrequenti di tumori pleurici in cittadini che abitavano nei pressi di cantieri navali, anch’essi fonti di fibre di amianto! Abbiamo inoltre fatto presente ad AUSL, Acquedotto Pugliese e Sindaci della Provincia che è necessario avviare un programma di sostituzione delle condotte d’acqua potabile in cemento-amianto.

I progetti di utilizzazione della Piattaforma del Consorzio del Porto per la produzione di energia dai rifiuti industriali, di incenerimento dei rifiuti urbani nel polo chimico con il metodo della pirolisi al plasma, che dovrebbe sostituire la produzione di PVC, di localizzazione del degasificatore nei pressi dell’abitato, devono essere valutati unitamente ai rischi già in atto, sia in termini di inquinamento che in termini reale sviluppo. E’ stato ampiamente dimostrato da organismi non tacciabili di ecologismo che il riutilizzo dei materiali assicura un maggior risparmio energetico e maggiore occupazione rispetto all’incenerimento dei rifiuti, urbani ed industriali!

MD continua a chiedere:

-  capacità da parte dell’autorità sanitaria e ambientale di rilevare tutti gli inquinanti più pericolosi ed in particolare i cancerogeni, in aria, acqua, suolo e alimenti;

-  smaltimento totale dell’amianto dai luoghi di lavoro (centrali energetiche, arsenale navale e tutte le attività del decreto 8 agosto 1994);

-  studi di mortalità sui gruppi operai delle centrali e del polo chimico;

-  studi di mortalità sulle popolazioni vicine alle aree energetiche ed industriali;

-  valutazione di impatto ambientale di tutti gli insediamenti industriali, presenti e futuri;

-  sostegno ai lavoratori che richiedono i riconoscimenti previdenziali di legge per gli anni di lavoro esposti all’amianto, recentemente ribaditi da una sentenza della Corte Costituzionale contro alcune eccezioni sollevate da INAIL e INPS.

Per sostenere queste rivendicazioni è necessario che i cittadini ed i lavoratori interessati si mobilitino e si organizzino.

Medicina Democratica Movimento di lotta per la salute, Via Tirolo 11, Brindisi

0368582406 - fotcinprop. Maggio 2000 www.go.to/medicinademocratica




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> POLO ENERGETICO, VECCHI E NUOVI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI: SVILUPPO E SALUTE NON POSSONO ESSERE SEPARATI! 22 giugno 2007, di:andrez
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> POLO ENERGETICO, VECCHI E NUOVI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI: SVILUPPO E SALUTE NON POSSONO ESSERE SEPARATI! 17 novembre 2005, di:massimo massarenti
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