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oggi è il: 03|07|2024


Il Tribunale di Firenze fa finalmente chiarezza in merito all’illegittimità degli atti d’impegno fatti sottoscrivere ai familiari degli anziani non autosufficienti al momento del ricovero nelle RSA per chiamarli alla compartecipazione al pagamento della quota sociale.
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Riceviamo e pubblichiamo

Gentili Signori,

desideriamo informarvi che:

Il Tribunale di Firenze con la sentenza n. 3039/2012 ha fatto finalmente chiarezza in merito all’illegittimità degli atti d’impegno fatti sottoscrivere ai familiari degli anziani non autosufficienti.

La nostra Associazione, che si batte per far rispettare questo principio ormai dal 1998, più volte ha chiesto all’Assessore ed ai funzionari del Comune di Firenze di vigilare sulle RSA convenzionate per inibire l’utilizzo di tali strumenti di pressione nei confronti dei congiunti degli utenti, ma inutilmente a tuttoggi, finché ....

Sperando di fare cosa gradita, ma più che altro per Vostra opportuna conoscenza, alleghiamo il Comunicato che la nostra Associazione ha consegnato oggi stesso, in sede di Conferenza Stampa, a tutti gli invitati.

Distinti saluti.


Il Tribunale di Firenze con la sentenza n. 3039/2012 fa finalmente chiarezza in merito all’illegittimità degli atti d’impegno fatti sottoscrivere ai familiari degli anziani non autosufficienti al momento del ricovero nelle RSA per chiamarli alla compartecipazione al pagamento della quota sociale.

La questione è stata portata innanzi al Tribunale di Firenze dall’ASP Montedomini che ha citato in giudizio le figlie ed il marito di un’anziana non autosufficiente ricoverata presso una loro struttura e che, dopo avere aderito alla nostra Associazione e consapevoli dell’illegittimità dell’impegno fatto sottoscrivere dalla struttura hanno interrotto il pagamento della maggior somma pretesa dalla RSA. I congiunti si sono quindi costituiti in giudizio, con le avvocate Daniela Consoli e Noris Morandi, per chiedere al Giudice l’accertamento dell‘illegittimità della pretesa e la restituzione di quanto già corrisposto in eccedenza sulla somma dovuta e calcolata sul solo reddito dell’anziana.

Con la sentenza citata il Tribunale di Firenze ha dichiarato la nullità dell’atto d’impegno fatto sottoscrivere dalla RSA alla figlia della ricoverata, per impegnarla alla compartecipazione al pagamento della parte di quota sociale non coperta dal reddito della madre, così tenendo indenne il Comune di Firenze. Il Tribunale di Firenze ha affermato con chiarezza che tali atti d’impegno o contratti di spedalità possono rappresentare un concreto e persino insormontabile ostacolo alla fruizione del servizio di assistenza socio-sanitaria e che la nullità di tali atti è data dalla violazione delle norme imperative che stabiliscono le modalità di compartecipazione dell’utente al pagamento delle prestazioni socio-sanitarie che l’ente locale è obbligato a garantire La nostra Associazione più volte ha chiesto, all’Assessore ed ai funzionari del Comune di Firenze di vigilare sulle RSA convenzionate per inibire l’utilizzo di tali strumenti di pressione nei confronti dei congiunti degli utenti.

La sentenza ribadisce inoltre la competenza dell’Ente locale per l’assistenza agli anziani non autosufficienti sottolineando la natura pubblicistica del rapporto e riaffermando quella sorta di triangolazione che abbiamo sempre raccomandato ai nostri iscritti: anziano-assistente sociale- residenza sanitaria. Qui, infatti, non si tratta per gli anziani non autosufficienti, di accedere al mercato privato delle residenze assistite ma di usufruire di un servizio del Comune, servizio che il Comune di Firenze attua in regime di convenzione, con i privati.

Affatto conforme a detta evidenza è quanto preteso dall’Amministrazione comunale dagli aventi diritto invitati al “rapporto privatistico” come si evince dallo stralcio sottostante della delibera 46 della SdS fiorentina: L’ASP al momento del nuovo inserimento, può chiedere, a propria garanzia, e/o ai loro familiari e/o a chi ne esercita la tutela giuridica e/o a terzi la sottoscrizione di una lettera contratto con la quale questi si impegnano al pagamento della quota posta a loro carico, secondo accordi di natura privatistica. Grande soddisfazione della nostra Associazione che si batte per riaffermare il diritto dell’anziano, quando diviene non autosufficiente, a non gravare sui familiari mantenendo così la propria dignità di persona e di lavoratore. Tanto è affermato nella nostra Costituzione in virtù del contributo dato dalla persona - oggi anziana - alla comunità.

La decisione del Tribunale di Firenze rinvigorisce la ragioni della nostra Associazione dandole nuova energia e motivazione.

La nostra agenda è piena di impegni per affermare i diritti costituzionalmente garantiti. La nostra azione proseguirà perché all’utente venga rilasciata dalle RSA la certificazione utile per le detrazioni nelle dichiarazioni dei redditi, per l’eliminazione delle liste d’attesa nell’erogazione delle quote sanitarie, per la vigilanza dell’ente locale sui servizi erogati all’interno delle strutture convenzionate, per l’assistenza domiciliare.

Tanto più in questo periodo in cui dal Governo Monti ci viene detto che abbiamo “vissuto sopra le nostre possibilità” (mentre è chiaro a tutti che non è l’eccessivo consumo ma la grande speculazione che assorbe le risorse) e che viene duramente attaccato lo stato sociale e le garanzie che i lavoratori si sono conquistate negli anni, attraverso la continua riduzione dei finanziamenti specifici. Abbiamo invece bisogno di rafforzare i diritti sociali dei lavoratori perché solo attraverso l’attuazione dei servizi approntati per la tutela dei diritti fondamentali è possibile parlare di dignità delle persone.

Noi faremo la nostra parte.

Firenze, 27 settembre 2012

Il Comitato Direttivo A.DI.NA.


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.: Comunicato Stampa A.DI.N.A. :.
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