Medicina Democratica
Ambienti

Dalla Val Susa a Roma: Una marcia a velocità d’uomo.



Pubblicato il 1 luglio 2006
di: Redazione (Autore/i o Autrice/i in calce all’articolo)




Sarà il sindaco di Serravalle Scrivia (Alessandria) in persona ad offrire martini & patatine ai No Tav per farsi perdonare la tremebonda accoglienza a loro riservata nella precedente manifestazione del 22 aprile?

Lunedì 3 luglio, nelle ore dell’aperitivo pomeridiano, transiteranno proprio per il centro serravallese i “ferropodisti” impegnati nella quarta delle sedici tappe della marcia che li porterà da Venaus in Val Susa il 15 luglio a Roma, insieme ai comitati “No Terzo valico” (Alessandria), “No Ponte” (Messina), “No Mose” (Venezia) e agli altri comitati italiani, per manifestare al governo Prodi quanto appena ribadito il 29 giugno al neonato “tavolo politico” capitolino: “No alle grandi opere inutili che devastano l’ambiente, svuotano le casse dello Stato e calpestano la volontà delle popolazioni”.

“Una marcia a velocità d’uomo” è lo slogan del corteo che percorrerà l’Italia in parte a piedi e in parte col treno: velocità appunto a misura dell’uomo rispettoso delle risorse ambientali ed economiche, che contesta “l’alta velocità” con la quale gli affaristi vorrebbero travolgere il diritto dei cittadini alla salute e alla democrazia. I “ferropodisti”, prima dell’aperitivo riparatore, saranno domenica 2 luglio ospiti di Alessandria: pranzo e cena al Circolo culturale Matteotti, cortei per le vie cittadine, serata pubblica presso la sede della Protezione civile al rione Cristo, via Casalcermelli 49. Una serata dedicata ai temi dell’Alta velocità e Terzo valico: in realtà la sesta linea ferroviaria, costosa (10 mila miliardi di lire), inutile (con poca spesa possono essere ammodernate le linee esistenti sui cinque valichi tra Liguria e pianura padana) e dannosa per la salute e l’ambiente.

Nel corso del dibattito, in particolare sarà affrontato un rischio finora, come in Val Susa, sottovalutato: lo smaltimento di 15 milioni di metri cubi di roccia estratta da quaranta chilometri di galleria. Di cui 10 milioni si riverseranno nelle discariche di dodici comuni alessandrini. Dunque i rischi di escavazione, trasporto (milioni di camion notte e giorno) e seppellimento in venti cave non lontane dai fiumi di milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto e additivi chimici. Rischi ampiamente sottovalutati e taciuti dalle amministrazioni locali (favorevoli al Terzo valico) che saranno coinvolte dal programma di assemblee pubbliche annunciate da Medicina democratica, le prime a Isola Sant’Antonio (9 giugno) e Rivalta Scrivia (28 giugno) dove si sono formati i comitati “No cave, no tav”, nonché ad Alessandria (2 luglio).

Da qui, dopo il pernottamento al Forte Acqui del Cristo, i manifestanti valsusini, e gli alessandrini con loro, lunedì saranno ospiti per il pranzo a Novi Ligure, poi, corteo col passo dei campionissimi, aperitivo a Serravalle, cena a Rigoroso, infine nella cordiale Arquata Scrivia: festa con musica, dibattito e proiezioni in piazza Bertelli. Pernottamento, sempre in tenda, nel campo sportivo di Rigoroso.

Poi, martedì, di nuovo in marcia verso Genova, mentre sarà in corso la Conferenza intergovernativa italo-francese per una intesa sulla questione TAV. Nel capoluogo ligure il mattino del 5 luglio si terrà un presidio davanti al tribunale che ha in corso l’udienza del processo per i fatti della scuola Diaz durante il G8, e il pomeriggio si contesterà a Palazzo Principe il provocatorio convegno organizzato dalle Regioni Piemonte e Liguria sul Terzo valico.

Entrambi gli assessori di queste Regioni hanno partecipato giovedì scorso a Brescia, tra le contestazioni di piazza, ad un vertice con gli omologhi di Lombardia, Valle d’Aosta, Veneto, Emilia Romagna e delle province autonome di Trento e Bolzano, avente lo scopo di organizzare un fronte istituzionale comune a premere su Prodi per il finanziamento delle “grandi opere” (ribattezzate “corridoi plurimodali”) entro il 30 novembre, termine finale dell’ultimatum dell’Unione Europea.

Il fronte dei movimenti a sua volta, dopo aver percorso la penisola e riunificatone i comitati di lotta, si presenterà il 15 luglio dallo stesso governo come una grande forza politica e popolare: per rivendicare la difesa della democrazia nelle scelte che coinvolgono intere popolazioni, per affermare le alternative alle dighe lagunari (Mose) di Venezia, al faraonico ponte sullo Stretto di Messina, all’alta velocità ferroviaria, per un piano nazionale dei trasporti, per un reale potenziamento delle ferrovie, la riqualificazione delle linee e dei valichi stradali e ferroviari esistenti, per l’attivazione delle “autostrade del mare”, per la difesa della salute e della biodiversità. Lino Balza




Versione Stampa - www.medicinademocratica.org