Medicina Democratica
Ambienti

Italia condannata dalla Corte Europea per mancata valutazione di impatto ambientale per la terza linea dell’inceneritore ASM.



Pubblicato il 6 luglio 2007
di: Redazione (Autore/i o Autrice/i in calce all’articolo)




Riceviamo da "cittadini per il riciclaggio":

La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che condanna lo Stato italiano per la mancata valutazione di impatto ambientale per la Terza linea dell’inceneritore ASM è molto importante per due ragioni:

1.ribadisce che per questi tipi di impianti è necessaria la preventiva valutazione di impatto ambientale, come da noi sostenuto in sede di ricorso; principio valido in termini generali per tutto il territorio nazionale.

2.nello specifico, inoltre, l’Ue sottolinea che le procedure di VIA vanno eseguite con serietà e coinvolgendo la partecipazione della popolazione e che quindi, per aver senso, devono essere espletate prima della costruzione e della messa in funzione dell’impianto. Noi avevamo avvertito Comune di Brescia ed ASM che, nelle more della procedura, l’impianto doveva essere bloccato. Si è preferito il solito percorso furbesco all’italiana, confidando nell’appoggio del Governo e di Matteoli, e così ASM ed il Comune di Brescia hanno collezionato questa poco onorevole sanzione. Sembra che a livello internazionale i riconoscimenti ASM li sappia ottenere solo da Enti sponsorizzati dagli stessi costruttori dell’impianto, come nel caso del famoso 1° premio, mentre raccoglie condanne quando a valutare sono Isituzioni pubbliche, autorevoli ed indipendenti, come l’Ue.

Brescia 5 luglio 2007 Marino Ruzzenenti

P. S. Promemoria, senza commenti, della presa di posizione “storica” dell’Assessore all’Ambiente dei Verdi, Ettore Brunelli, a proposito della mancata Via di ASM: “Si poteva fare la Via? Sì, certo, si può sempre fare qualcosa in più. Anche se in Italia la Via è una procedura dai tempi incerti: sai quando la inizi, non quando la finisci” (M. Tedeschi, Terza linea, spaccatura “verde”, “Bresciaoggi”, 25 settembre 2003).

Qui sotto, la sentenza in formato PDF.




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