Medicina Democratica
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GRUPPO DI LAVORO : SALUTE E AMBIENTE: IL RUOLO DEI MOVIMENTI (FORUM)



Pubblicato il 2008
di: Medicina Democratica




La proposta di Medicina democratica per il salto di qualità dei movimenti

 Esiste un immenso ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul territorio che si stanno scontrando sia con il potere economico sia con il potere politico in simbiosi, un patrimonio di movimenti che però non hanno spiccato il salto di qualità. Sono sì innervati in una serie di formidabili reti nazionali (acqua pubblica, rifiuti, inceneritori, ogm, elettrosmog, nucleare, tav, grandi opere, pace, grillo, amianto, medicina democratica ecc.) tutte di fatto convergenti su un comune modello di sviluppo alternativo, però senza una esplicita piattaforma comune, però senza la spina dorsale di un coordinamento, però senza mezzi di comunicazione unitari, però con difficoltà e resistenze al collegamento e all’unità, dunque sempre sull’orlo della sconfitta epocale. Insomma: una forza politica straordinaria e inespressa. I contenuti non violenti e pacifisti e ambientalisti e civici delle mille vertenze territoriali aperte dai movimenti in Italia sono, di fatto, convergenti su un modello alternativo di sviluppo e  -nel contempo- su un modello alternativo di politica, cioè formano, di fatto, un programma nazionale.

Ciascuna vertenza si scontra con i poteri economico e politico in simbiosi. L’occupazione del potere da parte della partitocrazia è speculare all’esercizio del potere economico, indifferente alla pace, all’ambiente e alla giustizia sociale. E’ la crisi della democrazia. Le mille vertenze sul territorio, invece, spostano il baricentro dalla “democrazia delegata” occupata dai partiti alla “democrazia partecipata” esercitata dai movimenti.

Come raggiungere gli obbiettivi superando il rischio di una sconfitta epocale? Innanzi tutto cercando uno strumento comune di comunicazione fra le Reti, che consenta e unifichi il dialogo tra gli attuali e numerosissimi siti web e mailing-list che quotidianamente ma separatamente mettono in contatto migliaia di italiani, e che potrebbero diventare milioni.

Sarebbe la controinformazione che manca, anzi una rivoluzione nella democrazia.

Contemporaneamente, costruendo una Piattaforma comune dei movimenti italiani per un modello alternativo di sviluppo e fondato sulla partecipazione, nelle linee guida per l’antagonismo e il protagonismo sociale, dal basso che intraprenda incisivi percorsi di trasformazione sociale e di rifondazione della democrazia (uguale: partecipazione).

La Piattaforma come confronto collettivo per far avanzare l’avviato percorso comune verso il cambiamento generale della società, nel rispetto delle forme e dei modi che ciascuna realtà di base riterrà più consoni alla propria specifica esperienza da rafforzare.

Nella Piattaforma troveremmo le lotte quotidiane (insieme conflittuali e progettuali) di un universo di realtà e persone radicate e autorganizzate nel territorio. Troveremmo dunque intrecciate le lotte presenti e sempre più future riferite in sintonia alla questione globale pubblico/privato-beni comuni e servizi pubblici, alla guerra globale permanente, all’erosione della biodiversità nel pianeta, alla salute, all’energia, all’acqua, ai rifiuti urbani e industriali, alle infrastrutture, ai trasporti locali e nazionali, alle produzioni nocive, alla militarizzazione dei territori e delle relazioni sociali, alla pace, al sistema dell’informazione, alla democrazia non delegata ma partecipata ecc.

Insomma una Rete delle Reti e una Piattaforma rivendicativa con una più forte capacità vertenziale, capaci di incidere, attraverso il conflitto sociale generalizzato, sull’agenda politica nazionale. In definitiva, Medicina democratica, movimento di lotta in mezzo ai movimenti, propone l’allargamento ovvero finalmente la piena attuazione del documento di fondazione del “Patto di mutuo soccorso” del 14 luglio 2006.

Ricordiamo che Medicina Democratica è presente ed ha dato il suo fattivo contributo, con i suoi iscritti e militanti, in moltissime realtà di lotta in tutto il territorio italiano.

Partendo dalle le nocività nei luoghi di lavoro, contro le nocività nei luoghi di vita

Rispetto ai temi relativi delle nocività nei luoghi di vita Medicina Democratica, nel ribadire la centralità della salute umana e delle lotte contro questo sistema economico finanziario che che è responsabile delle modalità tossiche con cui si producono le merci, e del saccheggio di esseri viventi e territori, tutti diventati risorse da mercificare esprime:  
-  il suo pieno sostegno ai Cittadini ed ai loro Comitati nella lotta per la difesa della salute e per la difesa della democrazia,contro la repressione del dissenso legittimo, contro la militarizzazione dei territori, la secretazione dell’attività della pubblica amministrazione, per una democrazia che deve significare partecipazione reale ed effettiva;  
-  ritiene prioritario, per il suo fondamentale significato emblematico, il contrasto assoluto agli inceneritori , impianti sicuramente inutili e dannosi, in tutte le loro forme, compreso la combustione delle cosiddette biomasse, anche per contrastare la "cultura" della inevitabilità del danno;  
-  denuncia e contrasta ogni cultura che propagandi l’inevitabilità di rischi e danni evitabili, per una ricomposizione della salute con l’ ambiente, in una situazione di drammatico cambiamento globale, specie sul versante biologico, causato dalla crescita di inquinanti che si stanno rivelando essere nocivi per le specie viventi a concentrazioni enormemente inferiori ai limiti di legge;

-  ritiene che non si possono affrontare adeguatamente i problemi epocali dei cambiamenti globali, biologici e fisici, che colpiscono e colpiranno ancora più duramente i popoli storicamente più sfruttati del nostro pianeta, senza mettere in discussione il sistema capitalistico, fondato sulla globalizzazione dello sfruttamento dei popoli e delle risorse naturali; tenuto conto che l’accaparramento ed il saccheggio delle risorse fossili si traducono nell’espansione dei grandi poli industriali, con conseguente tendenza  all’aumento della nocività, favorita dalla destrutturazione e dalla precarizzazione della forza lavoro da un parte, e dalla delocalizzazione dei cicli produttivi più nocivi nei paesi dotati di minori garanzie normative e di minori diritti politici: non c’è lotta seria ai cambiamenti globali e alla nocività nei luoghi di lavoro e di vita, se non c’è una ripresa forte delle lotte dal basso, a partire dai lavoratori e dalle popolazioni esposte alla nocività, soprattutto al nord, ma sempre più anche al sud, in questo senso alcuni meccanismi regolativi internazionali, come, ad esempio, il Protocollo di Kyoto, che si dimostra essere uno strumento assolutamente fuorviante, anche per i meccanismi che propone, tutti interni alla logica dell’ambientalismo “ecocapitalista”, auspicando, a tale proposito, l’apertura di un fronte, intrecciato con quello già ampiamente consolidato contro lo sversamento di sostanze tossiche e cancerogene, che si differenzi profondamente dall’ambientalismo del capitale, che al contrario tende a mettere in secondo piano la nocività nei e dei cicli produttivi (o distruttivi di risorse come i rifiuti) ed in primo piano una visione interclassista, nordista e, ben che vada, riformista, dei cambiamenti climatici.

 - ritiene necessario promuovere il coordinamento e l’unitarietà dei Comitati che si battono nei vari campi , con la sua fattiva partecipazione nel rispetto nella loro autonomia;  
-  per quanto riguarda quelli che sono definiti rifiuti ritiene che la loro corretta gestione non possa prescindere da una riprogettazione dei cicli produttivi, che già comporta, di per sé, la loro riduzione e la prevenzione; riduzione e prevenzione che deve essere sempre prevista in ogni pianificazione, così come la ripubblicizzazione del servizio, il contrasto a monopoli di qualsiasi natura, l’applicazione di tariffe puntuali, la deassimilazione dei rifiuti industriali agli urbani, la raccolta domiciliarizzata con differenziazione finalizzata al solo recupero di materia;

-  auspica che si possano realizzare pianificazioni "dal basso", elaborate con modalità democratiche;  
-  nel campo energetico ribadisce la sua ferma opposizione a qualsiasi riproposizione dell’energia nucleare, della realizzazione di impianti di rigassificazione, la produzione agricola di carburanti, l’utilizzo del carbone e degli altri combustibili fossili, ed indicano la corretta strategia nel risparmio energetico e nell’utilizzo di energie da fonti rinnovabili che non preveda la combustione ;  
-  denuncia come la legislazione, in tutti i campi, sia sempre di più in contrasto con la salute, come nel caso delle deroghe ai valori limite di sostanze tossiche, tranquillamente ammesse nell’acqua per uso potabile.  
-  Esprime, infine, il suo particolare pieno appoggio alle popolazioni campane che oltre ad aver dovuto sopportare decenni di sversamento di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, residui delle lavorazioni del Centro e del Nord Italia,e che già hanno provocato gravi danni alla salute di tutti loro e, particolarmente nei bambini, sono adesso vittime di una autoritaria repressione che mette in discussione le stesse basi di una convivenza democratica, solo perché continuano a difendere il loro diritto fondamentale, costituzionalmente sancito, alla loro salute ed anche a quella dei loro già martoriati territori


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