Medicina Democratica
Ambienti

Dal gabbriccio anche cromo, oltre l’amianto. 622 morti in più in VdC dall’indagine CNR



Pubblicato il 3 gennaio 2011
di: Redazione (Autore/i o Autrice/i in calce all’articolo)




Tenuta riservata agli “addetti ai lavori” per quasi due anni, siamo venuti in possesso della relazione del CNR di Pisa (1° parte) “Origine del cromo esavalente in val di Cecina e valutazione integrata degli effetti ambientali e sanitari indotti dalla sua presenza. Febbraio 2009”, commissionata dalla Regione Toscana.

In questa lunga relazione emerge per la prima volta il ruolo delle cave di gabbriccio (rocce ofiolitiche) e dello spandimento di queste rocce contenenti cromo oltre che amianto, in tutta una vasta area, che coinvolge 16 comuni (11 della bassa val di Cecina, da Santa Luce a Rosignano, Cecina, Castagneto, e 5 dell’alta val di Cecina, da Volterra a Monteverdi, ed oltre 100.000 abitanti. Non vengono completamente scagionati comunque né l’eventuale spandimento di fanghi conciari sui campi, né le vecchie fornaci di laterizi, nella diffusione del cromo in tutta la zona.

In questa “area cromo” (così definita dal CNR) emergono 622 morti in più per cause d’inquinamento nel periodo 2000/2006 (343 femmine e 279 maschi) rispetto alla media regionale (pag. 134). Dalla relazione emergono anche tutte le altre “criticità” ambientali che Medicina democratica denuncia da decenni, sulla presenza capillare nell’acqua, nei suoli, nell’aria di arsenico, mercurio, boro, cloro, nitrati ed altre decine di inquinanti in tracce, dovuta alle attività minerarie ed industriali (compresa la geotermia) e all’abuso della risorsa acqua da parte dell’industria, e a scapito della salute pubblica.

E’ curioso ed inquietante che mentre la Commissione europea (Decisione del 28.10.10) blocca le deroghe toscane (e non solo) ai limiti di legge nell’acqua potabile per boro e arsenico, e mentre la relazione CNR (sicuramente conosciuta da molti mesi dagli amministratori a tutti i livelli) il Comune di Riparbella autorizzi l’ampliamento per 15 anni della cava di gabbriccio alla Melatina, ed il Comune di Rosignano regali le stesse pietre tossiche per la manutenzione delle strade inghiaiate.

La strigliata della Commissione europea ed ora la relazione CNR sono di fatto - nonostante le minimizzazioni ed i giochi delle tre carte già ampiamente in atto - un ATTO D’ACCUSA IMPLACABILE a tutta la catena di amministratori, dalla regione all’ultimo sindaco, alle ASL e alle ARPAT, ed alle SCELTE INDUSTRIALI E DI DISSESTO DELL’AMBIENTE praticate negli ultimi 30 anni.

Urge una presa di coscienza popolare più approfondita su questi meccanismi devastanti, per imporre svolte radicali nella gestione del territorio. Cominciamo con lo stop alla cava di Riparbella e a tutte le cave di gabbriccio, per proseguire con la lotta per riprenderci la nostra acqua.

Per visionare direttamente lo studio del CNR , in dischetto presso Medicina Democratica

Per contattare Medicina Democratica Livorrno medicinademocraticalivorno@gmail.com

20.12.10




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