COMUNICATO DI MD PARTE CIVILE CONTRO LA TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA
Pubblicato il 24 maggio 2011
di:
Redazione (Autore/i o Autrice/i in calce all’articolo)
Incidenti lavoro:morti Tricom Galvanica,assolti i 3 imputati
Accusa aveva chiesto complessivamente 12 anni e 8 mesi
24 maggio, 16:45
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(ANSA) - VICENZA, 24 MAG - ’’Tutti assolti perche’ il fatto non
sussiste’’. E’ la sentenza del gup Deborah De Stefano del Tribunale di
Bassano del Grappa, nei confronti dei tre imputati che dovevano
rispondere delle morti di cinque dipendenti della Tricom-Pm galvanica
di Tezze sul Brenta (Vicenza). Il procuratore capo Carmelo Ruberto per
i tre imputati aveva chiesto complessivamente dodici anni e otto mesi
per omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime ed omissione di
cautele. Questo lo scarno comunicato ANSA Come MD eravamo presenti in quanto parte civile e siamo rimasti
assolutamente colpiti dalle parole di assoluzione del giudice De
Stefano dopo 10 minuti di camera di consiglio. Difficile accettare una
sentenza che manda assolti dei responsabili di azienda per la morte di
lavoratori esposti a sostanze tossiche e cancerogene e all’interno di
un ambiente di lavoro dove delle leggi sul lavoro e delle sicurezza
nulla si sapeva (o si evitava di sapere). L’assoluzione, per ora in
primo grado, significa che è stato dato ragione alle difese. Queste
hanno sostenuto che i lavoratori sono morti a causa del fumo di
sigaretta, il cromo esavalente (sostanza cancerogena nota) non c’
entrava niente. Abbiamo anche appreso un’ulteriore novità: il DPR 303
del 1956 prescriveva all’articolo 20 non la rimozione delle poveri dall’
ambiente di lavoro, ma - secondo le difese - l’eliminazione degli odori
molesti. Il rapporto causa effetto fra malattia e morte per tumore ed
esposizione a sostanze cancerogene è indimostrabile. I periti
epidemiologi, compresi quelli del giudice, hanno sbagliato tutto perché
l’epidemiologia non basta. I numeri sono troppo piccoli, non si può
dire che ci sono state morti (dei lavoratori) in eccesso, rispetto alla
popolazione. Insomma, occorre essere garantisti... quindi i lavoratori
uccisi dal cromo , dal nickel e da altre sostanze tossiche, non sono
mai esistiti. Una conclusione che come si diceva è avvenuta dopo dieci minuti di
camera di consiglio senza attendere che in aula arrivasse l’unico
avvocato di parte civile e, dopo che, nella precedente udienza (17
maggio), allo stesso avvocato era stato impedito di svolgere l’arringa
come stava iniziando a fare. Come per la prima sentenza a Marghera contro Montedison ed Enichem
ingiustizia è stata fatta. Come allora il ricorso in appello è
inevitabile, ma ancora più inevitabile è la lotta per il diritto alla
salute, contro l’accettazione di qualsiasi condizione di lavoro in nome
dell’occupazione, ma in sostanza per salvaguardare sempre e comunque il
profitto. Milano, 24 maggio 2011 Fulvio Aurora (Md nazionale)