Medicina Democratica
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REACH - L’appello di Milano: Promuovere la salute



Pubblicato il 6 settembre 2005
di: Redazione (Autore/i o Autrice/i in calce all’articolo)




Premesso che:

L’obiettivo di produrre e utilizzare solo sostanze chimiche che non danneggiano la salute umana e l’ambiente è un impegno assunto dall’Unione Europea ma condiviso a livello mondiale (v. riferimenti internazionali) . La Commissione Europea, nel 2001, con il Libro bianco sulla Strategia per una politica futura in materia di sostanze chimiche, ha affermato la necessità di riformare la vigente politica comunitaria sui prodotti chimici per:
-  Elevare il livello di tutela della salute umana e dell’ambiente attraverso una politica integrata e coerente con i principi di precauzione e di sostenibilità;
-  Modernizzare il quadro normativo, sostituendo l’attuale sistema che considera diversamente le sostanze esistenti dalle nuove, per incoraggiare l’innovazione, la competitività e l’efficienza del mercato interno;
-  Disincentivare la sperimentazione eseguita su animali. Le direttive europee sulla tutela delle salute dei lavoratori, recepite in Italia con il Dlgs 626/1994 e successive modificazioni e integrazioni, affermano il principio di sostituzione obbligando a sostituire gli agenti pericolosi con altri non pericolosi o meno pericolosi. La politica comunitaria in materia di sostanze chimiche dovrebbe fornire incentivi per l’innovazione tramite la ricerca e lo sviluppo di sostanze più sicure, ma il vigente sistema di notifica, che riguarda solo le nuove sostanze chimiche immesse sul mercato e le grava di maggiori oneri, non favorisce bensì penalizza l’innovazione. Lo studio previsionale degli effetti permette di evidenziare più precocemente gli effetti dei tossici industriali rispetto ai metodi attualmente impiegati, pur garantendo il dovuto rigore scientifico. La disponibilità d’informazioni complete rende peraltro possibile ai datori di lavoro una reale prevenzione, indirizzandone le scelte verso prodotti alternativi privi di rischio o a minor rischio. Gli studi effettuati in Europa nel 2003 portano a risultati più che positivi e significativi in termini di nuovi casi di malattia professionale evitati. Considerando che:

Il modo di produzione moderno è basato sui prodotti chimici sintetici, buona parte dei quali determina il nostro benessere, ma che sono o possono essere anche causa di molti danni, come indicano fonti ufficiali e autorevoli organismi. Fra i casi più noti quello dell’Amianto che provoca tumori polmonari e mesotelioma della pleura, del Benzene che induce la leucemia, o del Cloruro di vinile monomero che provoca l’angiosarcoma epatico. I provvedimenti di divieto d’utilizzo o di controllo dell’esposizione di queste sostanze sono giunti solo a danno avvenuto, in quanto né i lavoratori addetti alla produzione o all’utilizzo né i consumatori finali erano informati degli effetti negativi di queste sostanze per la salute umana e per l’ambiente. L’incidenza di alcune patologie, tra cui il cancro, talune allergie e anomalie del sistema riproduttivo è aumentata in misura significativa negli ultimi decenni. Sebbene le cause di questo aumento non siano ancora del tutto accertate e vi concorrano abitudini personali come fumo e alimentazione, è sempre più indiziata è plausibile ritenere che l’esposizione a determinate sostanze chimiche abbia un ruolo significativo. Molte sostanze sono scarsamente biodegradabili, si accumulano nell’ambiente ed entrano nel ciclo alimentare umano. Il latte materno contiene quantità sempre più elevate di sostanze chimiche sintetiche quali i Policlorobifenili o sostanze ritardanti di fiamma come il derivato pentabromato dell’ossido di difenile. Alcuni disturbi del sistema riproduttivo e dello sviluppo osservati nella fauna selvatica, e, in particolare, nei mammiferi marini, sono stati correlati a sostanze che alterano il sistema endocrino. La produzione complessiva di sostanze chimiche è passata da un milione di tonnellate nel 1930 a 400 milioni di tonnellate alla fine del secolo. L’ industria chimica europea produce il 31% dei prodotti chimici mondiali (Usa 28%) e costituisce il terzo settore produttivo manifatturiero, con circa 1,7 milioni di addetti diretti e più di 3 milioni d’indiretti. Le sostanze che circolano nel mercato comunitario sono circa 100 mila; per 10 mila la commercializzazione in termini di volume supera le dieci tonnellate, mentre circa 20 mila raggiungono quantitativi compresi tra una e dieci tonnellate. Solo l’1% delle 100 mila sostanze chimiche è stato adeguatamente testato per valutarne le caratteristiche di sicurezza e il danno che può derivarne alla salute e all’ambiente. I cittadini europei si ritengono scarsamente informati sulle questioni ambientali (44%) e male informati sull’impatto per la salute delle sostanze chimiche (41%) (indagine Eurobarometro 2004). Milioni di lavoratori e lavoratrici sono quotidianamente esposti ad agenti chimici nei loro luoghi di lavoro. Una malattia professionale su tre deriva da essi, ma tale rapporto causale spesso non viene riconosciuto per carenza di informazioni . La Commissione europea, a seguito di un’indagine sull’efficacia della vigente legislazione in materia di sostanze chimiche, ha intrapreso una riforma della politica comunitaria, proponendo un nuovo sistema di regolamentazione conosciuto come Reach (Registrazione, Valutazione ed Autorizzazione delle sostanze Chimiche). Il sistema Reach è una riforma che interviene a colmare molte lacune ed estende il sistema conoscitivo e della prevenzione lungo tutta la catena della produzione e utilizzo dei prodotti chimici, a partire dal principio che spetta all’industria chimica comprovare la sicurezza e l’innocuità dei prodotti prima dell’immissione sul mercato (vedi contenuti sintetici di Reach). L’applicazione del nuovo sistema genererà un circuito virtuoso vitale, in grado di creare sviluppo sostenibile, miglior salute di lavoratori, bambini, donne, uomini, animali, maggior competitività dell’industria europea, stimolata a ricercare e immettere nel mercato sostanze più rispettose della salute e dell’ambiente. La versione del sistema Reach attualmente presentata all’approvazione del Parlamento europeo non deve essere ulteriormente indebolita. Importanti lacune vanno invece colmate, né può esserne ulteriormente procrastinata l’approvazione, prevista per dicembre 2005. Il Regolamento, una volta adottato in sede europea, diverrà immediatamente esecutivo negli Stati membri. Occorre impegnarsi sin d’ora a rendere diffusamente noti e adeguatamente approfonditi i suoi contenuti e obiettivi, essendo doveroso che tutti i potenziali beneficiari possano divenirne sin d’ora consapevoli e reali protagonisti, influendo così anche, con opportune modalità e adeguata mobilitazione, sulla cruciale posta in gioco. In molti Paesi europei si sta sviluppando una forte mobilitazione per sostenere l’adozione del regolamento europeo, e per la rapida applicazione del sistema Reach. A livello internazionale, in occasione di una sessione Unisco, tenuta il 7 maggio 2004, a Parigi, è stato diffuso un appello denominato “Appello di Parigi  [1] - Dichiarazione internazionale sui danni alla salute causati dall’inquinamento chimico” nelle cui proposte è compreso anche il sostegno al programma Reach e ai suoi obiettivi di sostituzione delle sostanze più pericolose per l’uomo, augurandosi che un simile regolamento venga adottato a livello mondiale . Si rende necessario e urgente che nel nostro Paese si produca una forte sensibilizzazione, attivazione, e una capillare diffusione di questa tematica per suscitare una risposta di contrasto delle azioni che le lobbies industriali stanno esercitando al più alto livello dei singoli governi. Questa azione dovrà poi continuare per garantire la corretta applicazione del Regolamento, traendone tutti i benefici per la prevenzione dei rischio chimico nei luoghi di lavoro e per la difesa dagli agenti chimici negli ambienti di vita. L’introduzione di un nuovo sistema di gestione delle sostanze chimiche, che consenta l’avvio in tempi più ravvicinati delle sperimentazioni tossicologiche specifiche a fronte dell’evidenziarsi di cosiddetti eventi sentinella [2] A ciò contribuirà in particolare l’obbligo d’autorizzazione delle sostanze più pericolose, che renderà più evidente il rischio proprio della sostanza.

La dichiarazione

Come donne e uomini, madri e padri, lavoratrici e lavoratori, ricercatori, operatori scientifici e sociali, tecnici, medici, giuristi, sindacalisti, ambientalisti, professionisti e operatori culturali

dichiariamo che

1) In nome dei fondamentali principi di precauzione e sostenibilità, per la nostra e le future generazioni, vogliamo essere informati e protetti. A tale fine la rapida approvazione di Reach è una priorità, ulteriori ritardi consentirebbero solo il prodursi d’ulteriori e nuovi danni sociali, ambientali, economici.

2) La proposta di Regolamento europeo Reach deve essere rafforzata sui seguenti argomenti:
-  fabbricanti e importatori devono assumersi la responsabilità di documentare e comunicare tutte le informazioni relative alla sicurezza dei loro prodotti agli utilizzatori a valle e ai consumatori con mezzi appropriati. Anche gli articoli importati che contengono sostanze chimiche devono essere soggetti agli obblighi del Reach. Le informazioni fornite dalle industrie devono essere certificate da qualificati organismi indipendenti;
-  una sufficiente base di dati e informazioni deve essere garantita anche sulle 20 mila sostanze tra una e dieci tonnellate annue;
-  conformità con la legislazione per la salute e sicurezza dei lavoratori e principio di sostituzione (la sostituzione è l’elemento primo della legislazione esistente per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, in particolare rispetto alle sostanze chimiche nocive/pericolose/dannose);
-  l’uso di ciascun prodotto chimico a elevata pericolosità (cancerogeno, mutageno, tossico per la riproduzione, ecopersistente e bioaccumulabile, perturbatore del sistema endocrino) sia autorizzato solo in caso sia essenziale per la società e se non siano disponibili alternative, non o meno pericolose. In tutti gli altri casi i prodotti a elevata pericolosità dovranno essere sostituiti. Occorre investire maggiormente nella ricerca volta alla sostituzione delle sostanze pericolose;
-  rendere disponibile agli utilizzatori, industriali o privati, una sufficiente base di dati sui pericoli e sulle misure di tutela in modo che si possa sviluppare il circolo virtuoso generato dal diritto a una scelta informata. Tale base di dati dovrà comprendere anche gli elementi che emergono dalla sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti;
-  affermare il principio di una sola registrazione per la stessa sostanza chimica, non solo per evitare la duplicazione dei test sugli animali, ma anche per rafforzare la diffusione e condivisione delle informazioni.
-  sostenere anche a livello economico lo sviluppo e l’utilizzo di metodi di test alternativi (in vitro) ai test sugli animali;
-  favorire l’applicazione di Reach nei riguardi delle piccole e medie imprese tramite strumenti di sostegno che consentano sviluppo di cooperazione, riduzione di costi, ritorno degli investimenti in innovazione e ricerca.

L’impegno dei promotori

-  1) Applicare tutte le possibilità attualmente disponibili (in attesa della emanazione del Reach) per attuare concretamente e diffondere buone pratiche di prevenzione dei rischi di esposizione agli agenti chimici, di sostituzione delle sostanze pericolose e dei processi che generano sostanze pericolose.

-  2) Produrre ulteriore informazione e aggiornamenti sull’impatto per la salute delle sostanze chimiche e su Reach nonché divulgare quella già prodotta in coerenza con i contenuti di questo Appello;

-  3) Promuovere e attivare formazione idonea a consentire a lavoratori e società civile di essere più consapevoli e partecipi;

-  4) Realizzare e sostenere iniziative pubbliche che favoriscano approfondimento e discussione oltre che sensibilizzazione

I promotori dell’appello:

Cgil-Cisl-Uil Milano

Ciip (Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione)*

Medicina Democratica

Legambiente

Wwf

Greenpeace

For Srl (interventi formativi per la prevenzione nei luoghi di lavoro)

Gruppo Donne-Salute-Lavoro Cgil-Cisl-Uil Milano

(*) Associazioni aderenti alla Ciip:

AIAS Associazione Italiana tra Addetti alla Sicurezza AICA Associazione Italiana Consulenti Ambientali AICARR Ass. It.Condizionamento dellAria Riscaldamento e Refrigerazione AIDII Associazione Italiana degli Igienisti Industriali AIE Associazione Italiana di Epidemiologia AIP&P Associazione Italiana per la Prevenzione e la Protezione AIRESPSA Associazione Italiana dei Responsabili Servizi Prevenzione e Protezione in Ambiente sanitario AIRM Associazione Italiana Radioprotezione Medica AIRP Associazione Italiana di Protezione contro le Radiazioni AITeP Associazione Italiana Tecnici Prevenzione AMBLAV Associazione Ambiente e Lavoro ANMA Associazione Nazionale Medici di Azienda e Competenti ANMeLP Ass.Naz.Medici del Lavoro Pubblici ANPEQ Ass. Naz. Professionale tra Esperti Qualificati in radioprotezione SIE Società Italiana di Ergonomia Si.Tox Società Italiana di Tossicologia SNOP Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione

Dal sito dell’ Appello


Il sito istituzionale dell’UE relativo al REACH



[1] Nell’appello - promosso dall’associazione francese per la ricerca sul cancro Artac - si afferma in particolare che: "Le malattie croniche registrate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in particolare i tumori, crescono ovunque in modo allarmante. Nei Paesi fortemente industrializzati l’incidenza dei tumori è in costante crescita dal 1950; l’inquinamento chimico, la cui estensione esatta non è ancora stimata, può contribuirvi in misura importante. L’esposizione ad alcune sostanze o prodotti chimici provoca un aumento dell’incidenza di alcune malformazioni congenite. Di numerose sostanze o prodotti chimici sono riconosciuti tali potenziali negativi: Idrocarburi Policiclici Aromatici, derivati organo-alogenati tra cui le diossine e il Pcb, amianto, metalli tossici - alcuni dei quali qualificati come metalli pesanti - come il piombo, il mercurio e il cadmio, pesticidi, additivi alimentari e altri, ecc.; alcuni non sono o sono poco degradabili e persistono nell’ambiente; un gran numero contamina l’atmosfera, l’acqua, il suolo e la catena alimentare. Come esseri umani siamo esposti in permanenza a sostanze o prodotti tossici persistenti che includono gli Inquinanti organici persistenti; sostanze o prodotti si accumulano negli organismi viventi, compreso il corpo umano; interagiscono gli uni con gli altri causando affetti tossici aggiuntivi e/o sinergici nell’ambiente e/o organismi viventi. Sotto il profilo tossicologico, numerose di queste sostanze o prodotti chimici sono distruttori-ormonali, che possono essere carcinogeni, mutageni o tossici per la riproduzione, potendo quindi produrre tumori, malformazioni congenite e/o infertilità; alcune di queste sostanze o prodotti possono avere, tra gli altri, effetti allergenici che conducono a malattie respiratorie croniche come l’asma; altri sono agenti chimici neurotossici, che portano a malattie degenerative del sistema nervoso centrale nella popolazione adulta e a problemi intellettivi nei bambini; alcune sono immunotossiche, portando, particolarmente nei bambini, a immunodeficienza, causando infezioni, in particolare virali".

[2] Ad esempio danni alla salute riscontrati durante la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, rilevazione di rischi di estinzione di specie viventi , permetterà risparmi considerevoli in termini di salute in particolare ma anche, globalmente, economici.


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