Medicina Democratica
Lavori

Non per tragica fatalità



Pubblicato il 7 ottobre 2005
di: Redazione (Autore/i o Autrice/i in calce all’articolo)




Riceviamo e pubblichiamo questo intervento.

Sono trascorsi 4 anni dalla morte di due operai della Crea S.p.A., Paolo Sardo e Stefano Miniussi, uccisi a 29 anni dalle esalazioni superiori ai limiti di tollerabilità persistenti in una vasca di depurazione nell’impianto di depurazione di Servola gestito dall’ACEGAS S.p.A. E’ caduto per primo Sardo, il collega e amico Miniussi, accorso nel tentativo di salvarlo, ha fatto la stessa tragica fine. Rispetto all’Europa, l’Italia detiene due primati negativi: il tasso di frequenza degli infortuni e quello di mortalità sul lavoro sono più alti della media e la frequenza degli incidenti è più alta fra i giovani. Sono dati che non si possono accettare. Ma l’importante è produrre. Di più e più velocemente, spendendo il meno possibile. E pazienza se spesso ci scappa il morto e NON per tragica fatalità, dall’ 8 ottobre 2001 cinque gli imputati di omicidio colposo e 4 anni trascorsi nel dolore di chi non reclama vendetta ma dignitosamente attende giustizia. Allora vale la pena riflettere sui valori di questa società civile, sul diritto alla salute, al lavoro e all’ ipocrisia di uno stato di fatto della giustizia che a gran voce difende la propria indipendenza e reclama termini di rapidità ed efficacia ma che con continui rinvii, errori e ricorsi ad oggi, dopo 4 anni ancora attende di avviare un giusto processo. Ancora morte sul lavoro a squarciare l’ipocrisia che copre l’arroganza e l’impunibilità di chi risparmia sulla sicurezza e omette di osservare le minime garanzie ed il timore di chi onestamente di lavoro vive.

Serena Miniussi




Versione Stampa - www.medicinademocratica.org