9 OTTOBRE 2021 – MANIFESTAZIONE NAZIONALE STOP ALLE STRAGI DEL PROFITTO – ROMA

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9 OTTOBRE 2021 – ROMA  MANIFESTAZIONE NAZIONALE STOP ALLE STRAGI DEL PROFITTO

GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DEI DISASTRI (CRIMINI) INDUSTRIALI E AMBIENTALI

ore  11:00 PRESIDIO IN PIAZZA SANTI APOSTOLI

seguiranno DELEGAZIONI IN CORTEO PRESSO LE ISTITUZIONI

ore15:00-17:00 ASSEMBLEA PUBBLICA APERTA A TUTTI
CON LA PARTECIPAZIONE DELLE  ASSOCIAZIONI DELLE VITTIME
c/o CAPPELLA ORSINI,VIA GROTTA PINTA 21,ROMA (ZONA CAMPO DEI FIORI)

Cosa chiediamo
Dalle esperienze in corso -nel dramma quotidiano che le vittime dei disastri
industriali e ambientali devono attraversare per far emergere la verità dei fatti e il
riconoscimento dei loro diritti- emergono comuni esigenze. È giunto il momento di
formulare una vera e propria piattaforma di istanze da presentare ai decisori politici
affinché rimuovano tutto ciò che impedisce la ricerca di verità e giustizia. Quella che
segue è solo una prima indicazione di punti (per grandi titoli) su cui chiamiamo le
associazioni, i comitati, le forze sindacali e politiche più sensibili ad esprimersi e
sostenerci attivamente e con l’aiuto delle persone competenti, degli esperti, dei
medici, dei giuristi … per formulare le richieste di modifica del sistema giuridico nei
modi più concreti e puntuali a favore delle vittime. Alla fine di questo lavoro di
elaborazione delle proposte, è nostra intenzione aprire una campagna per il
riconoscimento dei diritti delle vittime delle stragi industriali, ambientali e del
profitto.

1) LE VITTIME
Le vittime, le persone offese e le parti civili (i superstiti, i parenti, le
comunità colpite) dei crimini provocati da attività imprenditoriali
finalizzate ad ottenere profitti economici (lucro) vanno poste al centro
delle procedure volte alla scoperta della verità dei fatti, in tutte le fasi
istruttorie, dibattimentali, civili e penali. La dignità delle vittime e il
loro diritto ad ottenere giustizia deve essere riconosciuto prima (o
quantomeno, al pari) del diritto alla difesa degli accusati. Il diritto
morale al riconoscimento della verità dei fatti non può in alcun modo
essere “compensato” con il risarcimento economico del danno subito.
Chiediamo che venga posta fine ad una pratica ricattatoria umiliante
che favorisce la parte in giudizio che ha più potere economico.
Rifiutiamo la “ragione economica”, protetta dallo Stato, prevalente su
tutto il resto. A tal fine chiediamo che venga messo in atto tutto
quanto possa servire al riconoscimento pieno dei diritti delle vittime:
a) perfezionare in Costituzione il principio del “giusto processo” (art.
111), attribuendo alle vittime del reato un ruolo specifico all’interno
del processo penale. Sosteniamo la difesa della riforma della
prescrizione attualmente in vigore e al tempo stesso richiediamo
venga fissata la durata dei processi;
b) apportare modifiche del codice di procedura penale, volte ad
attribuire un ruolo più significativo nel processo penale alla persona
offesa del reato, anche se non costituita parte civile (e quindi a
prescindere da qualsiasi pretesa economica);
c) apportare modifiche del Codice civile, ancora in vigore, precedente la
Costituzione, che riguarda le responsabilità sociali e ambientali delle
imprese.

2) L’AMBIENTE
Come ha dimostrato la pandemia provocata dal virus Sars-Cov-2, la
salute di ogni persona è intimamente correlata alla possibilità di
vivere e lavorare in un ambiente naturale salubre. In questo senso la
prevenzione primaria è quella che minimizza i rischi sanitari,
alimentari, idrogeologici, tecnologici e garantisce condizioni
biogeofisiche armoniose. A tal fine è necessario che venga garantito
non solo il diritto di ogni persona a vivere in un ambiente sano, ma
che venga riconosciuto il diritto stesso della Natura (biosfera) ad
evolversi e rigenerarsi al riparo dalle aggressioni antropiche che
stanno provocando un vero biocidio (cambiamenti climatici, perdita
di biodiversità, inquinamenti di ogni tipo). La disponibilità del
Governo Draghi ad introdurre in Costituzione la nozione di “sviluppo
sostenibile” va di molto precisata ed ampliata fino al riconoscimento
della biosfera come bene comune inalienabile dell’umanità.

3) LA CULTURA
La pandemia ha anche dimostrato come sia fondamentale diffondere
la cultura della responsabilità sociale. Ogni cittadino deve essere
accompagnato, fin dal primo ciclo scolastico, a sentire il dovere di
occuparsi del bene collettivo e impegnarsi a difendere la salute e la
sicurezza del suo prossimo. E’ necessario che nelle scuole, oltre
l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’educazione civica e
dell’educazione ambientale prevista dalla legge n. 92/2019, venga
insegnata e sollecitata in tutti i modi proprio la responsabilità di
ognuno verso gli altri.

4) LA LEGGE
Nel concreto, al fine di garantire la prevenzione e il perseguimento
dei reati contro la sicurezza collettiva e l’ambiente si devono
introdurre urgentemente delle modifiche normative. Ne proponiamo
alcune:
a) emanazione, da parte del Parlamento, di una riforma delle norme
che regolano i tempi della prescrizione per i disastri ambientali e
sul lavoro. Modifica delle norme del Codice penale sul reato di
disastro (e in particolare degli Artt. 434, 449 e 452-quater del
codice penale), volte a chiarire testualmente che per il reato di
disastro ambientale la prescrizione non inizia a decorrere fino a
che non siano cessati gli effetti lesivi o pericolosi per l’ambiente e
per le persone derivanti dal reato;
b) creazione di una Procura nazionale unica altamente specializzata
per i disastri che riguardano reati sulla sicurezza del lavoro,
ambientali, calamitosi e anche alimentari. Così come è avvenuto
per i reati contro la mafia e il terrorismo, al fine di ottenere il più
qualificato e rapido svolgimento delle indagini e dei processi;
c) immaginare le soluzioni normative volte a contrastare la falsa
rappresentazione della scienza nelle aule di giustizia. Formuliamo
alcune proposte: 1) richiedere per l’iscrizione nell’Albo dei
consulenti d’ufficio la presentazione di un Cv analitico che dia
conto delle esperienze professionali e giudiziarie di chi si vuole
iscrivere; 2) equiparare gli obblighi e le responsabilità del
consulente della parte a quelli dei periti del giudice; 3) rivalutare i
trattamenti dei consulenti dei giudici per ridurre la sperequazione
con i consulenti di parte;
d) creazione di un Osservatorio nazionale delle malattie e delle morti
professionali e il potenziamento degli ispettorati e degli organi di
vigilanza (Asl, Inail, ecc.), in modo che siano in grado di valutare
con competenza già ex ante le valutazioni del rischio delle imprese e
delle opere;
e) rafforzare il sistema legislativo a tutela della sicurezza della
collettività e dell’ambiente approfondendo l’applicazione degli
strumenti di deterrenza contro la criminalità d’impresa;
f) con una importante e recentissima sentenza, resa a Sezioni Unite
(sentenza n.16601 del 2017), la Cassazione ha fatto crollare il
muro che impediva il riconoscimento nel nostro Paese di sentenze
rese all’estero con condanna dalla parte convenuta al risarcimento
dei cosiddetti danni punitivi. Noi vogliamo che sia riconosciuto al
danneggiato un risarcimento parametrato ai profitti realizzati
dall’autore del fatto, connotato a una funzione punitiva e
deterrente;
g) rafforzare le misure interdittive e punitive del decreto legislativo
231/2001 per colpire le responsabilità amministrativa delle
imprese, in particolare la misura del commissariamento dell’ente;
h) consentire alle associazioni, ai comitati, ai gruppi attivi di
cittadini/e che hanno subito eventi calamitosi di partecipare a
pieno titolo in tutte le sedi (Protezione civile, Comuni,
amministrazioni regionali e statali) nei processi decisionali che
riguardano gli aiuti immediati, la ricostruzione dei beni e la tutela
dei luoghi colpiti. Ciò al fine di ottenere la massima trasparenza
nell’utilizzo dei fondi pubblici e di solidarietà, evitare sprechi,
corruzione e sperequazioni di trattamento tra le persone bisognose
d’aiuto.
i) modificare la legge n.101/2011 che istituisce la “Giornata
nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e
industriali” eliminando la parola “incuria”, che minimizza le
responsabilità

 

Qui il testo completo dell’appello

APPELLO-DEFINITIVO

 

 

 

 

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