Taranto chiama, crowdfunding per un docufilm

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Medicina Democratica sostiene il progetto “Taranto Chiama” di cui riportiamo la presentazione della iniziativa che comprende una raccolta di fondi.

Taranto chiama – crowdfunding (produzionidalbasso.com)

Che cosa è davvero sostenibile per la vita umana? E cosa significa agire per la sostenibilità ambientale tra pandemie e guerre?

Sono domande alle quali cercherà di rispondere il mio prossimo documentario-inchiesta, “Taranto chiama”, la terza produzione dal basso delle cittadine e dei cittadini reattivi, che vi chiedo di sostenere in un viaggio che parte da Trieste e arriverà a Taranto.

A Trieste, nel 2020, i movimenti civici sono riusciti ad ottenere la chiusura dell’area a caldo della Ferriera, impianto industriale altamente inquinante, proiettando così la città verso un futuro ecologico.

A Taranto le medesime lotte sono in corso intorno all’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, il polo siderurgico più grande d’Europa.

Lo scorso febbraio l’Onu nel rapporto del Relatore speciale sulla questione del diritto umano al godimento di un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile, ha definito la città pugliese  “zona di sacrificio”, una delle più inquinate della Terra.

Oggi, il costo della mancata transizione ecologica italiana ha il volto delle bambine e dei bambini di Taranto. Quelli che non ci sono più e quelli affetti da tumori, leucemie e dall’ impoverimento delle capacità intellettive a causa della respirazione di polveri metalliche.

Sono loro a pagare il prezzo dell’inquinamento di un insediamento produttivo, collocato irresponsabilmente accanto al centro della città dei due mari, antica capitale della Magna Grecia. Dove nei giorni di vento, i “Wind Days”, i minerali coprono di rosso ogni cosa e hanno persino impedito a bambini e bambine di andare a scuola e giocare all’aperto.

Lo scorso 5 maggio, la Corte Europea per i Diritti Umaniha condannato lo Stato Italiano per ben quattro volte, dopo la sentenza del 24 gennaio 2019, in quanto “continua ancora oggi a non tutelare la salute dei cittadini dagli effetti delle emissioni nocive del siderurgico e non procede alle bonifiche di tutta la zona coinvolta dall’inquinamento”.

A Taranto mamme e padri, attiviste e attivisti, medici e scienziati non hanno mai smesso di denunciare la gravità dell’inquinamento che ricade sulla popolazione e sui lavoratori.

La cittadinanza scientifica tarantina, sostenuta anche da quella triestina, si è ribellata e chiede un nuovo modello di sviluppo, che di fatto, nell’inerzia delle istituzioni, è già nato e sta lavorando ad una città accogliente, dove cultura e ambiente sono al centro delle relazioni umane e sociali.

“Taranto chiama” sarà il racconto di un presente e di un futuro possibile alla scoperta del vero oro della città di origine spartana.

Un documentario-inchiesta puntuale, all’insegna dell’informazione indipendente, basato su fatti, dati e testimonianze di coloro che agiscono il cambiamento, raccolti in anni di inchieste sul campo. Per dare voce anche agli oltre 5 milioni di persone che, solo in Italia, vivono nelle zone più inquinate e pericolose per la salute umana e gli ecosistemi, i cosiddetti siti di interesse nazionale (SIN), la cui bonifica spetta sempre allo Stato italiano.

Per tutti questi motivi vi chiedo di donare e sostenermi in questa nuova impresa, nel racconto della terza delle “Storie resilienti” che segue i due doc-inchiesta “La rivincita di Casale Monferrato” (2018) e “Io non faccio finta di niente” (2020) sulle lotte civiche di Brescia.

Anch’essi prodotti dal basso grazie al sostegno di comunità e cittadini, entrambi selezionati in prestigiosi festival internazionali come il Turin Underground Cine Festival e Cinemambiente.

Taranto chiama, Taranto ci chiama.

Cosa finanzieremo con il crowdfunding

Nel dettaglio chiedo il vostro sostegno economico per realizzare la produzione e la distribuzione del documentario che voglio realizzare in modo ancora più innovativo e partecipativo, anche se in low budget.

La richiesta fondi di 25 mila euro su un budget complessivo di 46mila euro, andrà a sostenere la produzione vera e propria, con il completamento di interviste e riprese, la promozione e la distribuzione del documentario che verrà presentato nel 2023 (salvo imprevisti).  A differenza della precedente campagna di crowdfunding “Storie resilienti”, che aveva finanziato solo il montaggio e le presentazioni presso le comunità.

Saranno, quindi, maggiori i costi, per regia, scrittura e sceneggiatura, per le riprese che prevedono interviste e le “esterne” tra Trieste e Taranto, per il montaggio e l’editing vero e proprio che realizzerò insieme al collega filmaker Marco Balestra.

Inoltre, una parte dei fondi sarà dedicata alla comunicazione, all’ufficio stampa, alla campagna sui Social media, in vista della distribuzione online su Open Distribuzioni dal Basso e dal vivo. Nonché alla promozione presso festival e comunità, scuole, università, enti di ricerca e istituzioni, facendo tesoro della lezione della pandemia che, il 6 marzo 2020, ha impedito la circuitazione e il lancio di “Io non faccio finta di niente” al Maxxi di Roma, al Festival del giornalismo ambientale. Coerentemente, la produzione verrà realizzata nel modo più sostenibile e a basso impatto ambientale possibile.

Grazie sin d’ora a chi vorrà  contribuire alla campagna con una donazione di qualsiasi entità e prevedendo di organizzare una proiezione nella propria città.  Sono, siamo a disposizione per organizzare in questi mesi interviste, incontri, feste e presentazioni online e dal vivo per raccontare il progetto, in tutta Italia.

Infine, la rendicontazione su come verranno spesi i fondi ricevuti sarà disponibile sul sito dell’associazione Cittadini Reattivi nelle voci di bilancio dell’associazione come “Storie resilienti – Taranto chiama” e tramite la nostra newsletter. 

Chi ci sostiene già

Il progetto parte con il sostegno di FNSI e Teamdev, con il contributo straordinario del Premio Marcellino de Baggis e con il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e Articolo 21, di AfevaBasta VeleniISDE Italia – Medici per l’ambiente, PeacelinkGenitori TarantiniComitato Cittadini e lavoratori Liberi e PensantiComitato Donne e Futuro per Taranto LiberaCentro Studi Sereno RegisMedicina democratica, Osservatorio per la comunicazione e l’informazione nella PA in Italia e in Europa dell’Università degli Studi di Salerno.

Media Partner: La Nuova Ecologia, Greenme

Ufficio Stampa: Elisabetta Galgani

Chi sono

Giornalista d’inchiesta e documentarista, sono l’ideatrice di Cittadini Reattivi, progetto di civic journalism su salute, ambiente e legalità e del progetto Storie Resilienti sulle comunità che si battono per la giustizia su ambiente e salute contro mafie e corruzione, da cui sono nati i doc-inchiesta “La rivincita di Casale Monferrato” (2018), già menzione speciale al Turin Underground Cinefest e “Io non faccio finta di niente”(2021), ambientato a Brescia, selezionato nel 2021 da Cinemambiente e al Green Movie Film Fest come uno dei migliori film ambientali italiani,. E nel 2022 anche al Clorofilla Film Festival e dal Festival del Cinema Italiano a Milazzo.

Le mie inchieste e reportage sono stati pubblicati su La Nuova EcologiaDossier Milano TodayWired ItaliaSapereambienteLifegateValoriDonna ModernaNòva Il Sole 24 Ore, Agi. Nel 2020 e nel 2021 ho  partecipato alla stesura del Rapporto Ecomafia, a cura dell’Osservatorio Ambiente e Legalità.

Su Taranto, i problemi del siderurgico e il suo futuro ho scritto diverse inchieste e reportage pubblicate su LifegateValori.it e su Mani Tese con la collega Gloria Schiavi. Insieme a lei e ai miei associati Nicola Petrilli e Vincenzo Senzatela in Cittadini Reattivi abbiamo documentato puntualmente le vicende della comunità di Taranto a partire dal 2013 ad oggi.

Con me al montaggio, all’editing audio/video e alle riprese lavorerà il collega Marco Balestra, che già collaborato attivamente alle due precedenti produzioni di Cittadini Reattivi.

Cittadini Reattivi, il progetto giornalistico e l’associazione

Cittadini Reattivi è nato come progetto di giornalismo indipendente in crowdsourcing, da me ideato e documenta dal 2013 le storie resilienti delle comunità che si battono per la giustizia su ambiente e salute. Storie raccolte in crowdmapping, da cui sono nate molte inchieste nazionali pubblicate anche sui media italiani (vedi su Wired Italia Il prezzo dell’amianto e Rifiuti d’Italia).

Nel 2015 diventa associazione di promozione sociale (qui la nostra storia su Medium, con la presentazione dei miei associati)  che si batte a livello nazionale e locale per la trasparenza della Pubblica Amministrazione e il diritto di sapere dei cittadini a partire dai dati su ambiente e salute. Nel 2017 Cittadini Reattivi ha promosso la sua prima campagna di crowdfunding Storie Resilienti” selezionata da Banca Etica e Fondazione Finanza Etica, selezionata tra i migliori progetti nazionali con il bando Impact Plus dedicato al racconto della sostenibilità, producendo i miei due primi documentari sulle vicende delle comunità di Casale Monferrato e Brescia.

Cittadini Reattivi ha identificato e documentato sin dal 2014a partire dal rapporto Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità, la situazione ambientale e sanitaria di Tarantocome uno dei più gravi casi di ingiustizia ambientale in Italia. Nel 2017 insieme alla collega Gloria Schiavi abbiamo realizzato per Mani Tese un reportage e una video inchiesta I bambini di Taranto vogliono vivere”. Sempre su Taranto, nel 2019, Nicola Petrilli, sociologo e nostro tirocinante del Master Anticorruzione dell’Università di Pisa ha presentato la tesi di master “La salute non è d’acciaio”, tesi che ha ottenuto nel 2021 il premio ICU Laura Conti dall Ecoistituto del Veneto Alex Langer.

L’attività dell’associazione è sempre stata sostenuta, finora, esclusivamente dalle donazioni dei soci e dei cittadini, dalle campagne di crowdfunding e da due grant europei ricevuti nel 2020 dall’European Journalism Center e dal Digital Whistleblowing Fund. Dal 2020 è iscritta al registro delle associazioni che ricevono il 5×1000.

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