Medicina Democratica Sardegna aderisce alla manifestazione “Curiamo la Sardegna”

Ascolta con webReader

Medicina Democratica Sardegna aderisce alla manifestazione “Curiamo la Sardegna”

COMUNICATO STAMPA

Cagliari, 21 ottobre 2022.

Medicina Democratica Sardegna aderisce alla mobilitazione e manifestazione regionale di domani, sabato 22 ottobre, promossa a Cagliari, da CGIL, CISL e UIL “Curiamo la Sardegna”: “La grave situazione in cui versa la sanità in tutta l’isola e nel centro Sardegna è nota da tempo – ha detto Francesco Carta, referente per la Sardegna di Medicina Democratica- e non più sostenibile. Arriviamo a questo importante appuntamento a poco più di un anno dalla straordinaria manifestazione del settembre dello scorso anno in difesa della sanità pubblica, promossa a Cagliari dai vari Comitati di tutte le province. Vogliamo ribadire anche in questa occasione il nostro impegno in difesa della sanità pubblica, gratuita, solidale e universalistica. Così come esprimiamo solidarietà e ringraziamento per lo spirito di abnegazione dimostrato dal personale sanitario delle strutture pubbliche della Sardegna in tutto il corso della crisi pandemica. Sosteniamo tutte le iniziative dei cittadini e dei Comitati per il diritto alla salute che in tutta la Sardegna stanno promuovendo lotte e iniziative per ribadire che il diritto universalistico alla salute, garantito dalla Costituzione, è irrinunciabile e non si tocca, così come ribadito al X Congresso nazionale della nostra associazione, svolto a Torino nei giorni scorsi”.

Questi i punti che, in particolare, Medicina Democratica Sardegna pone all’attenzione e al centro delle proprie rivendicazioni:

 1)Rilancio della Sanità pubblica, nello spirito della riforma sanitaria, legge 83 3 del 1978, che invece è stata costantemente depauperata e definanziata: le privatizzazioni selvagge non sono la soluzione dei disservizi ma ne sono la causa; cedere ai privati settori importanti della sanità ne riduce efficienza ed efficacia;

2) Rilancio e riorganizzazione delle Cure primarie e della medicina territoriale, ridando ruolo al medico di base o di famiglia a partire dalla scuola di specializzazione che non deve essere considerata di serie B da parte delle istituzioni preposte; incentivare le iscrizioni alla scuola di specializzazione di medicina generale e cure primarie, evitare la fuga e l’abbandono del settore a causa delle condizioni di lavoro, spesso proibitive. I medici che si iscrivono alla scuola di specializzazione devono avere un contratto di lavoro, va garantita la possibilità di conseguire la specializzazione e contemporaneamente lavorare e acquisire scelte. La Medicina territoriale deve rappresentare il primo accesso alle cure per i cittadini, come previsto dalla L. 833/78;

3) Piano straordinario di assunzioni di personale sanitario (medici e infermieri) a livello regionale e nazionale, per garantire il funzionamento degli ospedali pubblici, superando gli assurdi e anacronistici vincoli di bilancio e gli intralci burocratici delle “riforme” regionali (ATS- ARES);

4) Garantire il Diritto alla salute e i LEA in tutto il territorio regionale;

5) Seria programmazione degli accessi alla facoltà di Medicina e alle scuole di specializzazione, superando l’anacronistico e assurdo numero programmato (di fatto numero chiuso).

Per info.

Carmìna Conte cell. 393 137 7616

 

Print Friendly, PDF & Email