Qualcuno ha già vinto in Lombardia : la sanità privata

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Vorrei porvi alcune mie considerazioni personali sul capovolgimento in atto sui temi della salute e della sanità nella coalizione che propone Majorino Presidente in regione Lombardia.

Con la conferma (oggi) e anche la esaltazione della candidatura di Pregliasco nella lista finto civica del PD qualcuno ha già vinto in Lombardia qualunque sarà l’esito delle elezioni regionali : la sanità privata che continuerà a banchettare sulle spoglie della sanità pubblica e con i soldi dei contribuenti (ricordo che la sanità rappresenta l’80 %

Quale è la differenza tra Fontana, Moratti e Pregliasco ?

Qualche asperità in più o in meno (forse) ma che senso ha mettere a guardia del pollaio della sanità pubblica la volpe della sanità privata ? Qualcuno crede seriamente nei mitici ircocervi ? (Quelli della “equivalenza” pubblico-privato che avvelena la Lombardia, non solo in sanità, da quasi trent’anni).

Ma l’idea che hanno è molto simile, un po’ di “efficientamento” e qualche briciola (privata o pubblica pari sono purchè funzioni …) per ridurre le liste d’attesa.

Sarà un caso che Majorino ha iniziato ad aggiungere (senza esagerare) all’obiettivo di migliorare la sanità l’aggettivo “pubblico” solo dopo che abbiamo segnalato l’assurdità che un campione della sanità privata, corresponsabile dello stato miserando del servizio (pardon “sistema”) sanitario regionale, venga chiamato a salvare la sanità (pubblica ??) ?

Sarà un caso che finora nessuno (oltre alle associazioni nella piattaforma dei 23 punti presentata il 4 novembre) abbia parlato di prevenzione, che è quella che produce salute e non profitti e dalla quale la sanità privata si tiene ben lontana ?

Vogliamo alzarci e contestare chi versa lacrime di coccodrillo di fronte all’ennesimo infortunio mortale ed è nello stesso tempo responsabile della riduzione dei servizi di prevenzione sulla sicurezza sul lavoro ( – 40 % di tecnici nelle ASL/ATS negli ultimi 10 anni) ? E di questo non sono responsabili solo le giunte che si sono succedute ma anche chi non ha fatto una opposizione seria.

Ci siamo dimenticati delle migliaia di decessi aggiuntivi dovuti al covid per colpa di una sanità pubblica ridotta ad uno stato comatoso per avvantaggiare quella privata che non è intervenuta (nè aveva alcun obbligo dalle norme regionali) se non quando ha visto anche nella pandemia un modo per far profitti ?

Per questo occorreva proporre una chiara discontinuità e una netta alternativa, anche nell’ambito elettorale, rispetto alla deriva che sta facendo uscire dal binario non solo la sanità pubblica ma l’idea stessa di una sanità con lo scopo di garantire la salute a partire dall’accesso universale (per tutti e tutte), alla gratuità (fiscalità generale) e alla partecipazione nelle scelte (piano socio-sanitario, definizione della programmazione a livello territoriale anche con i sindaci, riduzione dei poteri assoluti dei direttori generali, diritti dei lavoratori/lavoratrici ……).

Ho personalmente (sottolineo a titolo personale) contribuito a mettere assieme una proposta, con le tante realtà locali associative che vogliono fortemente un cambio di direzione nella sanità lombarda, che è arrivata a costruire una lista vera civica “Curiamo la Lombardia”.

In politica occorre sempre essere pronti a compromessi ma sono convinto che occorre tenere la schiena diritta e non cedere sui contenuti fondanti. Chi ha creduto in questo progetto non ha ceduto.

Non sono comunque stati tempo e fatica buttati, gli incontri con persone e realtà associative hanno sedimentato rapporti e condivisioni di obiettivi e capacità di valutare le scelte istituzionali, troveremo il modo di valorizzare e rafforzare questo percorso e questi rapporti chiunque vinca le elezioni regionali … magari cominciando dai programmi e dalle iniziative elettorali di tutte le liste.

Marco Caldiroli – a titolo strettamente personale.

 

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