Impegni per una salute mentale pubblica e di comunità

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Dal gruppo di lavoro Salute Mentale di Medicina Democratica

Impegni per una salute mentale pubblica e di comunità

La situazione attuale in materia di TUTELA della SALUTE è drammatica e lo è ancora di più per la privatizzazione e l’indebolimento del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e l’assenza di politiche che restituiscano SOGGETTIVITÀ e POTERI a cittadine/ii, liberandosi dai lacci di un sistema economico neoliberistico. Occorre una mobilitazione che porti ad una inversione di rotta rispetto alle politiche di governo, in particolare in merito alla salute mentale. Infatti, prendersi cura di un’umanità sofferente significa facilitare la costruzione di servizi, in cui le persone possano sentirsi pienamente “a casa”, dove il “collettivo” scopra l’“unicità” di ciascuno/a.

Bisogna tenersi per mano per una vera RIVOLUZIONE: le persone che curano e le persone (pazienti) che raccontano, attraverso le loro storie ed i loro vissuti, le solitudini in cui abbiamo sprofondato chiunque sia ritenuto “improduttivo”, relegandole dentro le mura dei “non-luoghi”, riproducono una rete di nuove Istituzioni totali.

Questo senza dimenticarci l’importanza della UMANIZZAZIONE della CURA, che si traduce in due interventi principali: a) la Psicoterapia (a condizione che non diventi tecnica di addestramento riduttivista); b) il reinserimento lavorativo, politico delle persone che soffrono nella comunità di appartenenza, perché la SALUTE MENTALE riguarda tutte e tutti, persone da restituire alla loro storia; perdere questa visione significa perdere una delle ultime possibilità che abbiamo di CURARCI INSIEME e COSTRUIRE INSIEME PERCORSI di effettivo democratico cambiamento.

  • Sì al territorio come Comunità di vita, per una “gestione sociale della follia” come rapporto clinica e politica, soggettività e istituzioni, economia e riproduzione sociale, coinvolgendo pazienti, famiglie, relazioni.
  • Sì alla Prevenzione e alla centralità del Servizio Pubblico, costruendo alleanze con i soggetti sociali ed istituzionali, problematizzando il ruolo della partecipazione della cittadinanza.
  • Sì all’integrazione della Salute Mentale al livello delle Cure Primarie.
  • SÌ alla critica responsabile per un uso corretto degli psicofarmaci, che non si configurino come esclusivo strumento di cura, assicurando il consenso informato al trattamento e la tutela sanitaria e giuridica.
  • Sì alla messa in discussione critica dell’istituto dell’Amministrazione di Sostegno, nella sua applicazione sovente senza il coinvolgimento delle persone direttamente interessate e dei familiari che possano e debbano essere ritenuti competenti.
  • Sì ad un “approccio intersettoriale” che collochi gli interventi a favore della salute mentale in tutte le politiche ed in tutti i settori secondo un approccio “Salute Mentale in Ogni Politica”, attento a tutto il ciclo di vita.
  • SÌ a Facoltà Universitarie inerenti le professioni di cura, che offrano una FORMAZIONE, che parta dalla realtà, dalle soggettività, dalla esigenza di scenari democratici ed evolutivi rispetto alle condizioni di sofferenza.
  • Sì alla problematizzazione e al rilancio della questione della formazione degli operatori e delle operatrici, rispetto alla complessa articolazione delle pratiche, superando lo specialismo.
  • No ai finanziamenti pubblici agli Enti privati, No all’appalto dei servizi sociosanitari, con lo spostamento dal pubblico al privato senza il necessario coinvolgimento delle persone direttamente interessate.
  • No al passaggio dalla cura che trasforma alla contenzione che segrega le persone in strutture residenziali; NO ai mini-OPG nelle carceri per pazienti autori di reato; No alle morti in e da carcere.
  • No alla aziendalizzazione dei Servizi Sanitari di Salute Mentale; infatti la salute mentale territoriale e di comunità è incompatibile con una organizzazione di tipo aziendale, dove lo scopo primario è il profitto.

Guadagnare Salute significa aumento del “Capitale Sociosanitario” di una popolazione, da misurare non tanto nei termini di PIL(prodotto interno lordo) quanto di BES (Benessere equo sostenibile).

Per informazioni e contatti : Emanuela Bavazzano e.bavazzano@gmail.com

 

Medicina Democratica – GdL “Salute Mentale”

Antonello D’Elia, Bruna Bellotti, Donatella Albini, Elisabeth Cosandey, Emanuela Bavazzano, Francesco Centoni, Fulvio Aurora, Gina De Angeli, Gioacchino Di Palma, Luca Negrogno, Ludovica Suriano, Luigi De Matteis, Massimo Niccolai, Matteo Bessone, Paola Sabatini, Paolo Fierro, Raffaele Di Francia, Riccardo Ierna, Rossella Biagini, Salvatore Di Fede, Sarantis Thanopulos, Tonino D’Angelo

 

 

 



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