Ci ha lasciato Bruno Thieme, ingegnere e “cavaliere” del mondo della sicurezza

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Oggi ci ha lasciato improvvisamente Bruno Thieme, ingegnere e tecnico della prevenzione milanese, ha segnato positivamente e rappresentato personalmente quella generazione di tecnici che si è aperta e ha condiviso con il movimento operaio la critica alla organizzazione capitalista del lavoro e la deriva verso il profitto ad ogni costo anche sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici.

Potremmo definirlo un “cavaliere” (anche se, appunto, era ingegnere) che ha speso la sua vita in favore della promozione della sicurezza sul lavoro e la tutela ambientale. Chi scrive lo conosceva da metà degli anni ’80 quando utilizzò le sue conoscenze per spiegare e sostenere le ragioni antinucleari (da ingegnere !) al montante movimento che portò alla vittoria referendaria.

Analogamente rimarranno veri e propri “bigini” della attuazione del principio “la prevenzione si fa con l’impiantistica” quando mostrava come correttamente progettare sistemi di aspirazione localizzata idonei a tutelare i lavoratori. I suoi schizzi esplicativi sono ancora presenti in linee guida nazionali sul tema.

Ma il suo apporto è andato ben oltre la “professione” nell’ente pubblico, divenendo volontario per il mondo per sostenere la tutela delle condizioni di vita dei popoli “svantaggiati” per condizione, per guerre o disastri ambientali. “Mitico” il suo intervento quale volontario in Kosovo e nella Serbia da poco bombardata dalla Nato, fu tra i primi a segnalare le gravi contaminazioni da proiettili con uranio impoverito che esponevano a gravissimi rischi sia le popolazioni sia i militari italiani mandati allo sbaraglio nelle zone ove erano state utilizzate armi di questo genere in spregio a ogni rispetto della vita umana.

Altrettanto significativi i suoi periodi “sabbatici” per sostenere iniziative a favore dell’ambiente anche nei paesi latinoamericani.

Medicina Democratica lo ha ancor più conosciuto e apprezzato, sia umanamente che tecnicamente, quale consulente di parte assieme a Luigi Mara e a Roberto Carrara in numerosi processi ove la nostra associazione ha promosso la giustizia per le vittime a partire dalla individuazione delle responsabilità.

Sono numerosi i processi e le relazioni congiunte che ha redatto, non rimanendo in un ufficio, ma esponendosi e confrontandosi in continuazione con i soggetti dell’esperienza, dal “processone” di Porto Marghera a fine anni ’90come per il petrolchimico di Mantova ai processi più recenti per il crimine ferroviario di Viareggio, per l’inquinamento della Solvay di Spinetta Marengo e la centrale termoelettrica a carbone Tirreno Power.

Ricordiamo tra tutti quello di Viareggio di cui riproponiamo un estratto della relazione a favore di Medicina Democratica e riassunta per estratti in un numero della nostra rivista e che evidenzia la certosina e rigorosa ricostruzione dei fattori che hanno determinato quel crimine contribuendo alla individuazione della “catena” di responsabilità che l’hanno determinato.

PAG 19 – 33 CARRARA-MARA-THIEME (1)

Così si è presentato davanti al Tribunale di Lucca il 17.06.2015:

“Sono Bruno Thieme, nato a Milano il 09 aprile 1947, residente a Milano …. ,Sono ingegnere, ho lavorato i primi anni, dal 1975 al 1980, al Laboratorio di Igiene Industriale della Clinica del Lavoro di Milano, dove con i colleghi medici e chimici si facevano indagini in tutte le fabbriche della provincia; in particolare io come ingegnere analizzavo il ciclo produttivo, le tecnologie impiegate e mi occupavo di indicare le misure di prevenzione tecnica. Dopo questo lavoro alla Clinica del Lavoro sono passato al settore pubblico ASL, sono sempre stato dipendente di varie ASL; negli ultimi anni ero responsabile della Unità Operativa Sicurezza del Lavoro della ASL Città di Milano. In questi anni ho svolto anche attività didattica in progetti di cooperazione all’estero e per esempio ho insegnato Igiene e Sicurezza del Lavoro all’Università di Ingegnera di Managua, in Nicaragua, dove avevano chiesto la presenza di un tecnico. Attualmente sono in pensione”.

Mi piace ricordarlo e immaginarlo ancora assieme a Roberto Carrara, veleggiare nel mar Egeo, girando tra coste ed isole nella libertà del vento dopo aver dato così tanto alle nostre ragioni per un mondo non piegato alle ragioni del profitto ma fondato sulla comune condivisione tra persone nel rispetto reciproco e dell’ambiente in cui esistiamo.

Ciao Bruno

A cura di Marco Caldiroli

 

 



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