VISITE DI CONTROLLO E LISTE D’ATTESA : DAL BLOG DI VITTORIO AGNOLETTO

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Rilanciamo dal blog di Vittorio Agnoletto questa importante precisazione in merito alle liste d’attesa (qui per le visite di controllo successive alla prima) in quanto nel labirinto del SSN e delle “differenziate” applicazioni regionali è indispensabile avere le idee chiare per far valere i propri diritti senza imboccare strade cieche.

Siamo certi che queste informazioni sono utili per singoli e realtà organizzate che si occupano del tema e del rispetto dei diritti delle persone.

 

 

Visite di controllo e liste d’attesa

Torno a parlare di liste d’attesa, tema di cui ho già parlato in un precedente numero della newsletter (del 16 gennaio 2024, non ancora su Substack). Questa volta mi riferisco specificatamente al cittadino che deve fissare una visita di controllo dopo aver eseguito una visita specialistica. Spesso riuscire a fissare una visita di controllo nei tempi necessari diventa un’impresa perché il paziente viene abbandonato a sé stesso. Cosa prevede la legislazione attuale? Quali diritti può rivendicare il cittadino davanti a Asl, Asst, Regione e Difensore Civico Regionale? Qui di seguito provo a semplificare al massimo le informazioni.

Secondo il sistema RAO (Raggruppamenti Omegenei di Attesa) stabilito a livello nazionale, “che consente di dare tempistiche diverse per l’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali sulla base di indicazioni cliniche esplicite”, la priorità dovrebbe essere prevista solo per le prime visite ed il percorso dovrebbe svolgersi nel seguente modo:

  1. Il paziente si reca dal proprio medico di Medicina Generale il quale definisce la prima visita specialistica determinandone la priorità;
  2. Il paziente prenota entro i tempi indicati dal codice posto dal medico sull’impegnativa, ed esegue la visita;
  3. A questo punto deve essere lo specialista o la struttura a “prenderlo in carico”, cioè a prevedere e in automatico a prenotare le eventuali visite di controllo e gli esami da eseguire. Per questa ragione non è obbligatorio inserire nelle visite di controllo la priorità.

La logica che motiva questo percorso è quella di evitare che il paziente debba tornare dal medico per farsi fare una nuova impegnativa, e che quest’ultimo non lavori inutilmente. Un punto cruciale spiegato ampiamente nel Piano Nazionale Governo Liste d’Attesa (PNGLA), che infatti recita: “[…] Quindi, le prestazioni successive al primo accesso devono essere prescritte dal professionista che ha preso in carico il paziente senza che questi sia rimandato al MMG/PLS (ndr. Medico di Medicina Generale e Pediatra di Libera Scelta) per la prescrizione. […] In tal senso, l’organizzazione aziendale deve dotarsi di strumenti atti a garantire l’effettiva “presa in carico” del cittadino paziente, pianificando la fruibilità delle prestazioni in modo tempestivo e congruo con il decorso della patologia”.

Ogni regione ha inserito queste indicazioni nella propria legislazione. Ad esempio in Lombardia il recepimento è avvenuto con una deliberazione del 9 luglio 2019 (n. XI 1865/2019).

Quanto previsto dalla legge spesso non di realizza per l’incompetenza e la disorganizzazione delle ASL, (in Lombardia delle ASST) e delle strutture private accreditate che spesso non attivano e non riservano nelle loro agende uno spazio alle visite di controllo prescritte dai propri specialisti ai pazienti cronici o che hanno in carico. In Lombardia ciò si verifica nonostante le reiterate dichiarazioni e rassicurazioni fornite dall’assessore Bertolaso e dai suoi predecessori.

Le indicazioni qui sopra fornite hanno l’obiettivo di mettere ognuno di noi in condizioni di far valere i propri diritti. Spero vi siano utili.

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