Sicurezza sul lavoro: 10 giorni di preavviso e tutto va bene?

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Nella speranza che sindacati e associazioni ambientaliste (i controlli annunciati riguardano anche quel tema) si facciano sentire, e forte !

Sicurezza sul lavoro: 10 giorni di preavviso e tutto va bene?

COMUNICATO STAMPA

La beffa del decreto legislativo 103 del 12.07.2024 sulle “semplificazioni“, che introduce l’obbligo di preavviso di 10 giorni alle imprese per i controlli relativi alla sicurezza: esattamente come richiesto dagli imprenditori ai tempi dell’Impero Austro Ungarico!

Milano, 26 luglio 2024. “Mentre non si interrompe la sequenza di infortuni mortali e da tempo sono richiesti interventi strutturali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, il Decreto Legislativo 103 del 12 luglio 2024 sulle semplificazioni beffardamente va in direzione opposta: gli organi di vigilanza devono avvisare l’impresa almeno 10 giorni prima dell’accertamento mediante l’invio della richiesta della documentazione necessaria. E’ palese che l’ispettore troverà – a parte qualche sprovveduto – un luogo di lavoro lucidato a specchio, lavoratori in regola, macchine dotate di tutte le protezioni: una “cronaca di una ispezione annunciata” con esito prevedibile. Non è questa la “nuova” modalità per agire sulle situazioni di mancata attuazione di norme di sicurezza sempre alla base degli  infortuni mortali. Al contrario sarà più difficile prevenirli. Inoltre è un messaggio politico chiaro che avvilisce e vuole mettere la mordacchia all’azione degli operatori in particolare nelle ASL, dopo la loro decimazione da anni di mancate assunzioni“! Ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica e tecnico della prevenzione. “Una tale previsione mostra anche di ignorare come e su cosa vengono svolti i controlli in materia di sicurezza: non è una visione di documenti, ma coinvolgono contesti di vita estremamente variabili e complessi in cui è la professionalità degli operatori che rende l’ispezione efficace”.

Ci preoccupano soprattutto i controlli a sorpresa degli ispettori del lavoro; gli imprenditori esigono che l’ispezione nei loro stabilimenti sia preannunciata”. Così si rivolgevano i padroni austro-ungarici nel 1910 a Franz Kafka, ispettore dell’Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia: il dgls 103 attua quella richiesta come se non fossero passati 100 anni e come se la Costituzione Italiana (art. 41) non esistesse.

Sono 369 i lavoratori che sono stati uccisi dal lavoro nei primi 5 mesi di quest’anno, secondo l‘INAIL, un aumento del +3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, quasi tre morti al giorno, una carneficina apparentemente inarrestabile pur conoscendo le cause principali: mancanza/carenza di requisiti di sicurezza, mancanza di prevenzione e controlli, filiere di subappalti al massimo ribasso, negazione dei diritti dei lavoratori. “Ci saremmo aspettati una azione che favorisse l’incremento dei controlli, un programma di incremento dei tecnici – ha aggiunto Caldiroli – il superamento dell’annoso problema dello scoordinamento tra organi di vigilanza, in particolare tra quelli nazionali, INAIL, INPS, INL…, e quelli locali, principalmente i servizi di prevenzione delle ASL. La direzione è ben diversa. Questa norma arriva dopo la “patente a crediti“ che presenta criticità da più parti evidenziate: limitazione al settore edilizio, rilascio della patente per autocertificazione, un “bonus“ di 30 punti (ora si parla di 100) con un sistema di decurtazione con aspetti immorali (un omicidio sul lavoro – 20 crediti e solo a condanna definitiva, dopo anni), riacquisizione di crediti con generica formazione ecc, uno strumento che è stato presentato come riconoscimento delle imprese virtuose e di contrasto a quelle inidonee ma che è più fumo che arrosto.

Per info. Carmìna Conte, cell. 393 13 77616

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