Un ricorso per difendere l’acqua dai fluoroalchili

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acqua_gestione-perditeMedicina Democratica, con l’aiuto di comitati locali del vicentino, e con l’Avvocato Gabriele Bortolotto hanno presentato un ricorso al Consiglio di Stato contro alcuni aspetti del DM 6.07.2016 che recepisce una direttiva relativa alla definizione del “buono stato chimico” delle falde sotterranee.

Non si tratta di una norma che modifica direttamente quella esistente sulla qualità delle acque potabili ma finalizzata a salvaguardare la risorsa idrica per gli usi, compresi quelli potabili.

Da un lato la norma è positiva perché estende il controllo delle acque a parametri prima non considerati, quali i composti organici fluoroalchilici (per capirci si tratta di sostanze di ampio utilizzo per la produzione del teflon – per le padelle antiaderenti – e per la produzione di polimeri a bassa infiammabilità).

L’aspetto che contestiamo del decreto è che i composti considerati sono solo alcuni e per quelli considerati i limiti previsti solo troppo elevati (parliamo di sostanze che non esistono in natura e che hanno una tossicità tale da rendere sicura solo una esposizione pari allo zero).

Questi limiti inoltre finiscono per validare decisioni discutibili che sono state prese dalla Regione Veneto (su indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità) per rendere letteralmente “bevibile” l’acqua contaminata (da una azienda che produce tali sostanze, la Miteni) in una vasta area nella provincia di Vicenza. In precedenza Medicina Democratica e altre associazioni avevano contestato le indicazioni dell’ISS con un analogo ricorso.

Le motivazioni tecnico-ambientali del ricorso sono contenute nel file scaricabile.

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