Processo d’appello Solvay di Spinetta Marengo : continua l’impegno di Medicina Democratica parte civile

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Su https://alessandria.today/2018/01/29/lino-balza-in-appello-a-torino-il-processo-per-i-veleni-al-polo-chimico/ è apparso un articolo a firma di Lino Balza (assente alla udienza del 7 febbraio) in cui prosegue (da oramai due anni) nel tentativo di discreditare Medicina Democratica nelle sue attività in generale, nelle sue iniziative giudiziarie ed in particolare nella sua presenza in appello nel processo contro la Solvay per la contaminazione delle falde a Spinetta Marengo.
Nel seguito la nostra risposta. Abbiamo chiesto diritto di replica ad Alessandria Today e ci è stato gentilmente concesso.
In allegato rimettiamo a disposizione il comunicato a suo tempo redatto (luglio 2016) in relazione alla decisione di non appellare la sentenza confermando la costituzione di parte civile nel processo finale fino al terzo grado. Comunicato MD processo solvay luglio 2016
La discussione sul tema viene riassunta negli estratti allegati dal verbale del direttivo di Medicina Democratica del 1.10.2016 che mettiamo a disposizione soprattutto per una corretta lettura della sentenza. estratti verbale 1 ottobre 2016

Di seguito la nota inviata a Alessandria Today

Le “code velenose” che Lino Balza attribuisce a Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute Onlus sono destituite di ogni fondamento e rappresentano solo l’astio e l’acredine di quest’ultimo che sono arrivate più volte a divenire offesa e insulto personale nei confronti di soci che esprimevano posizioni differenti, passando da un legittimo dissenso ad una opera di discredito nei confronti della nostra associazione.

 Medicina Democratica ha nominato un proprio legale nella persona dell’Avv. Laura Mara e ha sostenuto l’intero andamento del processo in primo grado (e continuerà durante l’appello fino alla sentenza finale) anche con relazioni tecniche prodotte dal compianto Luigi Mara e da altri. Abbiamo offerto a parti civili individuali di avvalersi – pressocchè gratuitamente – della assistenza legale. Così è stato, così è in corso e così sarà fino alla sentenza finale. Nessun abbandono di nessuna parte civile che, infatti, sono tuttora rappresentate dall’Avv. Laura Mara ad eccezione di Lino Balza stesso.
 E’ falso quanto afferma Lino Balza che Medicina Democratica avrebbe dato assistenza gratuita anche per un altro procedimento ovvero per un nuovo procedimento civile (ove un ente esponenziale come la nostra associazione non avrebbe motivo di entrare). E’ stata una richiesta di Lino Balza successiva alla sentenza di primo grado e respinta dagli organi dirigenti di Medicina Democratica in quanto avrebbe determinato l’uscita dal processo penale da parte della associazione annullando tutto il lavoro finora svolto.
 Nonostante Lino Balza affermi di aver partecipato a tutte le udienze continua a dimenticare o a non capire che con l’Ordinanza Istruttoria del Giudice del 17.04.2013 è stato escluso che la trattazione del procedimento potesse riguardare “malattie professionali, lesioni personali o omicidi colposi che possano essersi in ipotesi verificati a causa della condotta di avvelenamento di acque destinate all’alimentazione”. Non è vero pertanto che sono stati riconosciuti “10 mila euro per la leucemia di un bambino” : quella leucemia è stata espunta dal processo nel 2013 e quanto è stato riconosciuto quale indennizzo non riguarda la malattia ma, appunto, la sofferenza psichica connessa alla coscienza della esposizione.
 Il riconoscimento della sofferenza psichica è un evento raro nella giurisprudenza, pochi mesi fa è stato riconosciuto ad un lavoratore (non ammalato) ex esposto ad amianto il danno dovuto alla sofferenza psichica, anche nelle sentenze di primo e secondo grado per il processo Eternit vi sono stati casi analoghi. La differenza è che in quei casi i commentatori l’hanno evidenziato come un evento positivo, mentre per Lino Balza è negativo.
 Un appello riguardante la sentenza non avrebbe modificato di una virgola quella ordinanza, quella leucemia sarebbe rimasta fuori dal processo. Le parti civili che hanno appellato lo hanno fatto in quanto non è stato loro riconosciuto alcun indennizzo neppure di tipo psicologico.
 Questo aspetto ne introduce un altro. Senza voler disconoscere la valenza della vicenda giudiziaria relativa a Spinetta Marengo va evidenziato che il processo non ha riguardato – per una scelta del Pubblico Ministero – patologie o lesioni occorse a lavoratori o cittadini.
 Ben altra ampiezza hanno avuto processi come quelli di Porto Marghera, del Petrolchimico di Mantova e dell’Eternit, per citarne solo alcuni, ove le imputazioni riguardavano anche aspetti non contemplati nel processo di Alessandria.
 Lino Balza continua a non vedere che nella sentenza in questione gli imputati (ancorchè pesci piccoli ma gli obblighi conseguenti riguardano la società che gestisce gli impianti) sono stati condannati anche per danno ambientale (art. 300 Dlgs 152/06, non indicato tra le imputazioni iniziali). La sentenza, in base alla giurisprudenza e alle sollecitazioni UE, dispone prioritariamente la pena sotto forma di ripristino ambientale (bonifica) respingendo anche obiezioni sulla retroattività della applicabilità della norma. La condanna di tipo patrimoniale del danno ambientale, come afferma l’art. 311 del DLgs 152/06, è infatti subordinata alla impossibilità di ripristino del danno. E’ rara, in giurisprudenza, una condanna per danno ambientale in condizioni analoghe e una pena costituita dalla bonifica e non da un indennizzo economico. Ovviamente non basta scriverlo in una sentenza, ma ciò è condizione primaria anche in capo al Ministero dell’Ambiente per l’attuazione della condanna.
 La “circostanziata analisi … confortata da autorevoli pareri” (di chi non è possibile sapere) per cui la sentenza era assolutamente da impugnare da parte di Medicina Democratica è stata oggetto di discussione da parte degli organi dirigenti della associazione che hanno confermato la indicazione data dal nostro legale. La sentenza è stata impugnata dal Pubblico Ministero, unico organo deputato ad intraprendere tale iniziativa ai fini della responsabilità penale.
 Non vi è stato nessun “tradimento della Presidenza” per non aver fatto ricorso in appello. La tesi di Lino Balza è che occorreva appellare “a prescindere” dalla valutazione dei contenuti della sentenza rispetto agli interessi e alle motivazioni che hanno portato Medicina Democratica, quale ente esponenziale (ruolo ben diverso da quello del Pubblico Ministero), a proporsi come parte civile nel processo penale in questione. Ma è una tesi assurda, non è l’appello a oltranza che è misura di “coerenza” ai principi statutari. In diverse occasioni precedenti, a fronte di sentenze di condanna ancorchè parziali, la nostra associazione non ha appellato rimanendo nel processo fino alla sentenza di terzo grado. Ciò è avvenuto, per esempio, nel caso Eternit (gli unici appellanti in Cassazione furono l’INAIL e l’INPS ma non certo per una coerenza “rivoluzionaria” e di assoluta difesa dei lavoratori) come pure nel caso del Petrolchimico di Mantova. Viceversa abbiamo sempre appellato, fino all’ultimo grado, sentenze assolutorie come alcune per le morti da amianto prendendoci carico anche di sentenze che ci hanno condannato alla refusione delle spese processuali.
 Da ultimo ricordiamo che le persone titolate a rappresentare Medicina Democratica ed esprimere valutazioni sui procedimenti giudiziari ove siamo parti civili, sono il Presidente Piergiorgio Duca e il nostro responsabile per le vertenze Fulvio Aurora. Chiunque può verificare le nostre posizioni e il nostro impegno per la promozione della salute e dell’ambiente salubre dentro e fuori le fabbriche dall’unico sito ufficiale: www.medicinademocratica.org.

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