L’intervento del Presidente uscente di Medicina Democratica; Piergiorgio Duca, al Congresso di Napoli

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Mettiamo a disposizione l’intervento di apertura del IX Congresso di Medicina Democratica svoltosi a Napoli, del Presidente (dal 2012 al 2018) Piergiorgio Duca

Medicina Democratica: Milano 16 – 18.2.12; Firenze 19 – 21.11.15; Napoli 20 – 22.4.18

VII Congresso – Università – Milano; VIII Congresso – Università – Firenze; IX Congresso – Ex-OpG – Napoli
1° PARTECIPAZIONE È SALUTE 2° RETE DI ASSOCIAZIONI 3° IN DIFESA DEL SSN

INTRODUZIONE
Ogni congresso si è svolto con l’impegno a pensare in modo globale alla promozione della salute fondata sulla partecipazione.
Oggi la salute è sottoposta ad un tentativo generale di mercificazione.
Stiamo assistendo insieme alla mutazione delle democrazie in regimi personali, con l’acquiescenza di Partiti e Sindacati e nel degrado culturale prodotto dalla ideologia Neoliberista dominante dalla fine degli anni ’70.
Non bastano a fermare questa deriva la Carta Costituzionale, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le Dichiarazioni sottoscritte negli anni da centinaia di paesi.
Tutto questo deve tradursi in programmi di iniziativa politica e in lotte di popolo.
Siamo qui per discutere ancora una volta i temi delle relazioni che verranno nei gruppi di lavoro perché il dibattito produca un nostro rinnovato impegno a proporre iniziative ai presenti e alle forze ancora impermeabili ai nostri argomenti, finora incapaci di affrontare i problemi che indichiamo da tempo, incapaci di difendere i valori della carta costituzionale pronti come sono a sacrificare al Mercato il Servizio Sanitario Nazionale.
MEDICINA DEMOCRATICA MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTE
Nel 1976, anno ufficiale di nascita di Medicina Democratica (MD), si stava lavorando alla legge 833 di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), venivano a compimento le sperimentazioni nel campo della salute mentale di Franco Basaglia, con la lotta alla segregazione manicomiale e quelle di ridefinizione dei modi della ricerca epidemiologica sulla nocività del lavoro e la salute dei lavoratori, di Ivar Oddone, Emilio Pugno, Luigi Mara, Gastone Marri, Giovanni Berlinguer, Giulio Alfredo Maccacaro.
Si affermavano la soggettività operaia, la autogestione delle indagini sulle condizioni di lavoro, la validazione consensuale dei risultati delle indagini condotte da lavoratori e operatori sanitari; maturava la analisi critica della Medicina funzionale a perpetuare l’organizzazione della società in classi (“Lettera al Presidente dell’Ordine” G.A. Maccacaro 1973). Del 1971 è la traduzione di “Cavie Umane”, sulla sperimentazione nell’uomo, del 1973 quella di “Bambini in Ospedale”, con i risultati della ricerca coordinata da Maccacaro sui reparti pediatrici in Lombardia, del 1973 ancora la traduzione di “Inflazione medica” di A. Cochrane, che ispirerà nel 1992 la nascita del movimento della Evidence Based Medicine, del 1977 è infine la traduzione di “Nemesi Medica”, critica radicale di Ivan Illich al sistema medico.
Insieme alla Collana “Medicina e Potere”, alla rivista Sapere, alla rivista Epidemiologia & Prevenzione, queste pubblicazioni fornirono spunti di riflessione agli spiriti critici della medicina e della ricerca che ritrovarono il senso del ruolo medico nella difesa e promozione della salute, identificando nella pace, in un tetto, un reddito, un ambiente ecosostenibile, nell’istruzione, e non solo nella organizzazione della sanità di base, i determinanti della salute.
LA NON NEUTRALITA’ DELLA SCIENZA
L’impegno a promuovere il rinnovamento della scienza, partendo dalla analisi della sua non neutralità, è stata una costante di MD fin dalla sua nascita. Oggi la società civile si è allontanata dal mondo della Scienza, percepito in combutta con le elite dominanti. Sempre più frequenti sono le difficoltà della ricerca epidemiologica. Ancora pochi studi epidemiologici applicano un approccio di ricerca partecipata dai cittadini all’indagine, ma uno di questi verrà documentato nel filmato che verrà proiettato domani sera, lo studio di Manfredonia condotto nel periodo 2015-2016, condotto dal Prof. Annibale Biggeri.
“… la medicina – come la scienza – è un modo del potere anzi diviene propriamente potere, sostanza e forma del suo esercizio. E’ un’ipotesi che ha bisogno di nuove verifiche, ulteriori ricerche, più ampie ricognizioni che attraversino tutte le mappe della cittadella sanitaria: il potere che le appartiene, così come quello cui appartiene, può celarsi in ogni suo punto ma estinguersi in nessuno: cercarlo e scoprirlo è già sfidarlo”.
I sistemi di potere non scompaiono, si avvicendano, la sfida al potere di turno non ha mai termine. La scommessa sul cambiamento possibile della medicina così come della scienza è valida in ogni tempo e in ogni luogo. Svelare la faccia del potere nascosto dietro all’apparente logica istituzionale, da tutti accettata come sensata, permette di vedere altri mondi possibili. Lottare per cambiare una singola ingiustizia è già lottare contro l’ingiustizia, sfidare il potere. La lezione di Maccacaro è che il potere va svelato là dove si cela e combatterlo significa mostrarne la presenza, metterlo a nudo, senza l’illusione di una vittoria definitiva. L’enfasi sulla necessità della partecipazione permanente smentisce la speranza che sostituire un potere con un altro risolva contraddizioni e ingiustizie e dà una precisa indicazione di indirizzo al movimento di lotta.
IL PERCORSO DI MD: FEBBRAIO 2012 – APRILE 2018
Su che cosa ci siamo impegnati in questi anni?
– Diritto alla salute e diritto al lavoro
– Diritto all’ambiente salubre e promozione della prevenzione
– Diritto all’equità e alla solidarietà nel servizio sanitario
Per diritto alla salute intendiamo il diritto ad un’organizzazione sanitaria pubblica e partecipata, ma anche quello alla prevenzione, affermata da documenti internazionali che è bene tornare a studiare, divulgare e rendere operativi (Costituzione del WHO 1946; Dichiarazione di Alma Ata 1978; Carta di Ottawa 1986).
Il diritto all’ambiente salubre si fa valere con la lotta contro la nocività degli ambienti di vita, di lavoro e dell’organizzazione del lavoro, per la difesa e il risanamento del territorio, il riutilizzo dei rifiuti contro ogni forma di incenerimento o termovalorizzazione, promuovendo la produzione ecosostenibile di energia. Negli ultimi mesi numerosi incendi si sono sviluppati in siti di stoccaggio, in Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana, 250 in meno di tre anni. In alcuni casi sono avvenuti in prossimità di sopralluoghi di verifica o dopo segnalazioni di inadeguata gestione degli impianti. Il crimine Eureco, che a Paderno Dugnano costò la vita di 4 lavoratori il 4.11.2010, ebbe la sua origine dalla gestione impropria di rifiuti non autorizzati.
Il diritto all’equità nel servizio sanitario implica una riforma dei servizi e della formazione degli operatori e la lotta all’emarginazione dei “diversi”: disabili, tossicodipendenti, ROM, immigrati, anziani non autosufficienti, affetti da disagio mentale, poveri, quelli che l’ideologia dominante considera “scarti” e per i quali più che la cura si propone ora la contenzione.
L’attacco al SSN pubblico, condotto facendo passare la privatizzazione come proposta di sanità integrativa e i tagli dei servizi e dei finanziamenti (6,3% del PIL) come provvedimenti di razionalizzazione (soppressione dei punti nascita) va di pari passo con gli investimenti di cospicue risorse che gruppi finanziari nazionali ed internazionali stanno facendo in Sanità per acquistare strutture e servizi. Lo svolgimento di convegni nei quali la non sostenibilità del sistema sanitario viene portata a giustificazione della introduzione di una “terza gamba” è un modo per portare alla costruzione di un sistema a due velocità, anticamera di un doppio sistema di cui uno gratuito a prestazioni scadenti, l’altro a pagamento ad alta intensità. A questo progetto non sono estranee le Confederazioni Sindacali che in numerosi contratti hanno introdotto i fondi sanitari “integrativi” (sostitutivi) insieme alle assicurazioni sanitarie. Questo produce problemi di equità e di efficienza, il lievitare di costi amministrativi, la diffusione di prestazioni di non provata efficacia.
PERITI DI PARTE PADRONALE E PROCESSI PER DANNI DA AMIANTO
L’8 Luglio 2015 scrivevamo al Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori una lettera prendendo posizione argomentata sulla ventilata nomina alla direzione della Divisione di Epidemiologia del Prof. Carlo La Vecchia. In essa richiamavamo quanto affermato dal Prof. Rodolfo Saracci, collaboratore di Maccacaro presso l’Istituto di Biometria e di Lorenzo Tomatis alla Direzione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione, nella nota: “Epidemiologia, «liaisons dangereuses» e sanità pubblica”:
“Il ruolo socialmente assegnato e soggettivamente accettato dal professionista che prende parte a decisioni nell’interesse della sanità pubblica è quello di essere incondizionatamente dalla parte della popolazione: è questo che il pubblico si attende ed è questo che determina il grado di fiducia e credibilità che accorda al decisore. L’attesa è che il professionista sia:
1. imparziale, cioè prenda in considerazione con criteri uniformi tutta l’evidenza disponibile sul problema sul quale deve decidere;
2. non neutrale rispetto alla salute, cioè risolva l’incertezza residua dell’evidenza in senso favorevole alla salute della popolazione esposta.”
Noi riteniamo che l’esperienza del Prof. Carlo La Vecchia dimostri che un professionista può legittimamente rinunciare all’imparzialità scientifica e alla non neutralità del medico, come capita in un processo per danno ai lavoratori da esposizione ad amianto quando, nel ruolo di perito di parte dell’impresa, rinuncia all’imparzialità, perché suo compito diviene quello di mettere in luce solo elementi scientificamente favorevoli al proprio committente e arrivando alla formulazione di ipotesi azzardate ma efficaci nel perseguire lo scopo, e scegliendo di non essere neutrale per collocarsi però sul versante opposto a quello indicato dal professor Saracci. Sappiamo che nel nostro paese è invalsa una certa disinvoltura nel trattare questioni di conflitto di interessi, aspetto fondamentale se si intende difendere la credibilità delle istituzioni poste a difesa del bene comune. Sappiamo che il passaggio di professionisti di alto livello dal settore privato (case farmaceutiche) al settore pubblico (agenzie regolatorie) e viceversa, noto con il termine di “revolving doors”, è tollerato negli USA ma non sconosciuto alle nostre latitudini. Noi lo consideriamo inammissibile.
Ancora infatti condividiamo con Rodolfo Saracci l’opinione che una persona che si sposti da un ruolo all’altro non sia un semplice contenitore di conoscenze e competenze ma un sistema di convinzioni e di abiti mentali che, consolidatisi in scelte di vita vissute giorno per giorno, continuano ad operare nel tempo. Poiché riteniamo che mettere le persone giuste al posto giusto sia uno dei compiti fondamentali di un’istituzione che intenda difendere il proprio prestigio e realizzare la propria missione, crediamo che sia da escludere che chi abbia ricoperto il ruolo di parte svolto per anni dal Prof. Carlo La Vecchia possa essere proposto alla direzione di un servizio che ha come missione la tutela della salute della popolazione. Questa fu anche la posizione sostenuta nel Convegno del 2016 organizzato presso il Senato della Repubblica dal Senatore Felice Casson sul problema del ruolo dei periti di parte padronale nel determinare sentenze scandalose di assoluzione motivate solo da congetture, non da fatti di documentata evidenza.
MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE
Nel 2016 è nata la rete per il diritto alla salute di Milano e Lombardia, organismo formato da associazioni, movimenti e sindacati, nato in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale per il Diritto alla Salute e operante come parte della Rete Europea contro la commercializzazione e la privatizzazione della salute (Bruxelles). Abbiamo organizzato, con il contributo del Dott. Vittorio Agnoletto le giornate del 4-5 Novembre 2017 in occasione del G-7 della salute tenuto a Milano e dal 2016 al 2018 la giornata del 7 Aprile, indetta ogni anno dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) allo scopo di richiamare cittadini, istituzioni, forze politiche e sociali a ricordare il rispetto del Diritto Universale dell’Uomo alla Salute, negato in molte parti del mondo e reso impraticabile in altre. In Italia, in particolare in Lombardia, si registra il tentativo di promuovere forme di assistenza sanitaria privatistica, che forniscono più cure (non sempre utili) a chi più spende, negando cure necessarie (liste di attesa inaccettabili) a chi non può pagarsele. Abbiamo promosso una lotta contro le delibere regionali intese a aprire alla speculazione privata il campo della assistenza sanitaria in regione. Quello che Medicina Democratica propone non è la difesa dell’esistente, compromesso da trent’anni di politica Formigoniana – Maroniana – Galleriana, ma la revisione della organizzazione delle attività territoriali, sociosanitarie ed assistenziali, che garantiscano continuità della cura, partecipazione, con la sperimentazione di un sistema premiante orientato all’efficacia e al corretto uso delle risorse disponibili, per ridurre richieste inappropriate, con ciò incontrando l’iniziativa di Slow-Medicine (Choose Wisely) e della Rete nazionale Sostenibilità e Salute, alla cui nascita abbiamo contribuito nel giugno 2014 (Carta di Bologna). Il servizio rinnovato dovrebbe considerare i bisogni del Cittadino, non la domanda del Mercato dominato dalla Pubblicità, e dovrebbe quindi basarsi sul rilancio della Casa della Salute proposte da Maccacaro intese in modo non burocratico o come poliambulatorio ma sede di partecipazione attiva dei cittadini a iniziative di inchiesta sul territorio, rilancio della epidemiologia e della autogestione della ricerca, affermazione di una epidemiologia di cittadinanza. Anche il sistema di retribuzione verrà valorizzato sui risultati e non sulle prestazioni (Associazione Allineare sanità e salute di Alberto Donzelli) e verrà promossa la valutazione di indicatori di salute, per favorire la realizzazione di un bilancio partecipativo di area (distretto di 20.000 – 200.000 residenti). Rilanciamo così i valori del SSN della “cura al malato” e del “miglioramento della salute” promuovendo la “formazione alla prevenzione”.
SALUTE E MIGRANTI
Medicina Democratica si batte perché venga riconosciuto il diritto alla salute, al lavoro sano, ad un’abitazione dignitosa per i migranti e i ROM, contro ogni forma di esclusione, emarginazione, discriminazione nei confronti di minoranze linguistiche ed etniche. A tutti vanno garantiti i diritti della persona costituzionalmente sanciti. Proponiamo quindi, insieme con altre iniziative locali (Roberto Satolli e il Movimento culturale per la difesa e il miglioramento del SSN di Vittorio Carreri – Milano) per il SSN la riaffermazione dei seguenti principi:

SOSTENIBILITA’
1. Un servizio sanitario è sostenibile se si vuole che lo sia
2. Il servizio sanitario nazionale pubblico universale è il meno costoso.
3. Forme assicurative integrative producono iniquità e aumentano il consumismo sanitario
DOCUMENTATA EFFICACIA
4. I livelli di salute non dipendono dal numero delle prestazioni
5. La gratuità delle prestazioni di documentata efficacia è garanzia di equità
RAPPORTO OPERATORE-UTENTE
6. Nella relazione operatore-paziente è fondamentale la visione olistica della persona
7. Il SSN va fondato sulla prevenzione, la ricerca delle cause e delle cause delle cause di malattia
8. Per combattere le diseguaglianze e migliorare la salute pubblica deve favorire la partecipazione
RIFORMA DEL SERVIZIO
9. La riforma del SSN richiede la riforma degli studi, della ricerca clinica, della ricerca epidemiologica.

Il SSN DEVE ESSERE:

– PER TUTTI coloro che si trovano in Italia
– UNICO cure essenziali assicurate a tutti dal fondo sanitario nazionale
– PUBBLICO medici e infermieri non possono lavorare nelle strutture private
– NO-PROFIT accesso gratuito alle cure essenziali con servizi di buona qualità ed efficacia
– TRASPARENTE: utilità, qualità, costi delle nuove tecnologie vanno verificati prima della loro diffusione, dirigenti e professionisti vanno scelti per merito, esperienza, risultati
– IL SERVIZIO SANITARIO DEVE PROMUOVERE LA SALUTE RIDUCENDO IL RUOLO DEGLI OSPEDALI

LA SALUTE È OBIETTIVO DI TUTTE LE DECISIONI POLITICHE SU TRASPORTI, ALIMENTAZIONE, SCUOLA, ENERGIA, RIFIUTI, INDUSTRIA, ECONOMIA, SOLO SE LA POLITICA AUMENTA LA COESIONE E LA GIUSTIZIA SOCIALE E SOSTIENE LE CAPACITÀ PERSONALI, DELLE FAMIGLIE, DELLE COMUNITÀ, È UNA POLITICA CHE PROMUOVE LA SALUTE, UNA POLITICA DEGNA DI QUESTO NOME.

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