IL TAR DELLA BASILICATA RESPINGE IL RICORSO PERCHE’ I RICORRENTI SONO DI MILANO

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Paradossale responso del TAR della Basilicata : il ricorso contro il giudizio di compatibilità ambientale e l’autorizzazione integrata ambientale per l’incremento dei rifiuti (CSS combustibile o similari) avviati a coincenerimento nel cementificio Italcementi di Matera, non è ammissibile in quanto
a) i soggetti locali non hanno alle spalle nessun soggetto nazionale
b) i soggetti nazionali (Medicina Democratica e AIEA) non hanno titolo perché hanno la sede (nazionale) a Milano (ma anche una sede a Matera !!).

Così, senza entrare nel merito delle motivazioni del ricorso, il TAR ha chiuso la porta ai ricorrenti che hanno presentato osservazioni e fatto iniziative contro il progetto nell’ambito di una mobilitazione di cui abbiamo dato conto che ha avuto, sul tema generale anche un intervento presso la Commissione petizione della Unione Europea.

GRAZIE NON FUMI : RICORSO CONTRO L’UTILIZZO DI RIFIUTI PRESSO LA ITALCEMENTI DI MATERA

Petizione contro l’utilizzo di rifiuti nei cementifici, la Commissione petizioni UE si attiva

Il 26 settembre (nella locale sede di AIEA e Medicina Democratica) assieme alle altre associazioni ricorrenti è stata svolta una conferenza stampa per illustrare questa decisione pirandelliana. Riportiamo il testo dell’intervento principale.

“Come è noto – ha ricordato Genchi – le associazioni WWF Matera, Comitato No Inceneritore, AIEA – Associazione Italiana Esposti Amianto e Medicina Democratica hanno presentato l’iniziativa “Grazie, non fumi” per consentire a tutti i cittadini di sostenere la difficile azione amministrativa al TAR contro la delibera della giunta regionale n. 1197 del 7/11/2017 che ha autorizzato Italcementi a bruciare nel suo cementificio in località Trasanello, alle porte di Matera, ulteriori 48.000 tonnellate all’anno di CDR (Combustibile derivato da rifiuti, cioè rifiuti) e CSS (Combustibile solido secondario, cioè plastiche varie). Lo abbiamo fatto anche sulla scorta dell’esito positivo del ricorso al Tar presentato nel 2016 dalla sezione di Bernalda del WWF per scongiurare l’insediamento di un pirogassificatore in località Pantanello. Il ricorso, preparato dall’avvocato Angelo Calzone, aveva premiato i ricorrenti per la presenza di un sito archeologico in prossimità dell’area in cui doveva insediarsi l’attività di una società che si chiama Lucana Ambiente, che ha un capitale sociale di 15 mila euro. 2 anni dopo le associazioni WWF Matera, Comitato No Inceneritore, AIEA – Associazione Italiana Esposti Amianto e Medicina Democratica hanno chiamato lo stesso avvocato, Angelo Calzone, per preparare il ricorso al Tar con cui contestare la delibera di giunta regionale che ha autorizzato Italcementi ad bruciare ulteriori 48 tonnellate all’anno di CDR e CSS nella cementerai di Matera ma il ricorso è stato respinto per difetto di legittimazione su richiesta della Regione Basilicata. A parità di condizioni tra il ricorso del 2016 e quello odierno, l’unica differenza sostanziale è la dimensione economica del soggetto contro cui si ricorre. Nel 2016 Lucana Ambiente era una srl con poche migliaia di euro di capitale sociale, oggi Italcementi è una multinazionale con oltre 400 milioni di euro di capitale sociale. Sono certo che il Tar non si faccia condizionare da questo aspetto ma chissà perchè quando si trova di fronte un gigante dal punto di vista economico decide di dichiarare inammissibile un ricorso. Un altro dato curioso è che il relatore del TAR Basilicata per entrambe le sentenze è lo stesso: Benedetto Nappi. Un altro aspetto sul quale riflettere è che dopo aver concluso la procedura nel maggio scorso e aver ottenuto il gratuito patrocinio sia per WWF Matera che per il Comitato no inceneritore il TAR ha dichiarato che il WWF Matera è sganciato dall’associazione nazionale, che Medicina Democratica ha sede in Milano e quindi non ha titolo per occuparsi di una vicenda che riguarda la Basilicata e che il Comitato no inceneritore ha svolto solo attività riportata sulla stampa locale. Un altro ricorso analogo è stato presentato dal Comune di Santeramo ma anche questo è stato dichiarato inammissibile perché il Comune di Santeramo si troverebbe ad oltre 20 chilometri dalla sede di Italcementi. Se consideriamo il tratto stradale la distanza tra Matera e Santeramo è inferiore ai 20 chilometri ma in questo caso occorre valutare la distanza in linea d’aria tra Italcementi e l’area in cui comincia il territorio di Santeramo. Gli effetti certificati di un cementificio si estendono per oltre 8 chilometri e la distanza effettiva tra la cementeria di Matera e il territorio di Santeramo è di 6 chilometri. Eppure il Comune di Santeramo aveva presentato osservazioni alla Regione Basilicata come avevano fatto anche le associazioni Comitato No Inceneritore Matera, WWF Matera e AIEA e il Comune di Santeramo era stato convocato dalla Regione Basilicata ad una conferenza di servizi in cui aveva espresso parare negativo per la decisione contenuta nella delibera regionale per Italcementi. La sentenza a mio avviso è molto grave perché dimostra che in Italia non ci sono regole. Se il WWF due anni fa poteva presentare il ricorso, peraltro accolto e due anni dopo non può farlo più è evidente che non c’è certezza del diritto. E’ chiaro che il TAR non deve fare considerazioni politiche ma questa istanza meritava di essere approfondita nell’esclusivo interesse della salute dei cittadini. La Regione Basilicata invece ha delegittimato le associaioznoi e i cittadini a favore del privato. Pertanto nei prossimi giorni, sia le associazioni che il Comune di Santeramo si incontreranno con l’avvocato Angelo Calzone per valutare il ricorso al Consiglio di Stato. Abbiamo 60 giorni di tempo per presentarlo e chiederemo ancora una volta il sostegno dei cittadini, visto che un ricorso al Consiglio di Stato comporta ulteriori spese.

Viceversa, come già ricordato su questo sito, Medicina Democratica e AIEA sono state accolte come parti civili nel processo per i morti da amianto della stessa cementeria Italcementi.

Medicina Democratica Onlus e AIEA ammesse come parti civili nel processo relativo alla cementeria di Matera

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