Più privato in sanità? No, grazie! – Incontro Sala Nilde Iotti -Camera dei deputati 28 novembre 2018 con politici e sindacalisti.

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Il prossimo 28 novembre, presso la sala Nilde Iotti della Camera dei Deputati in via del Parlamento, 19 a Roma, il Forum per il Diritto alla Salute, nel quadro degli eventi per il quarantesimo anniversario del SSN promossi dalla campagna ‘Dico32’, organizza un convegno nazionale su sanità integrativa e difesa del servizio sanitario pubblico per confrontarsi con forze politiche, sindacali e associazioni impegnate per il diritto alla salute.
In una fase di grande preoccupazione per la legge di bilancio che pare contenere proposte del tutto insufficienti anche per la sanità pubblica, l’obbiettivo del convegno è quello di avanzare una proposta per l’abolizione dei vantaggi fiscali connessi alla acquisizione diretta di prestazioni sanitarie già previste dai LEA, alla sottoscrizione di polizze assicurative sanitarie e alla partecipazione a fondi sanitari integrativi per destinare più risorse al servizio sanitario nazionale.

L’introduzione all’incontro sarà di:
Gianluigi Trianni,
Seguiranno relazioni ed interventi di: Aldo Piperno, Nick Sandro Miranda, Elena Granaglia, Rosy Bindi, Ivan Cavicchi, Marco Geddes da Filicaia, Aldo Gazzetti, Stefano Cecconi, Violetta Plotegher, Gavino Maciocco (moderatrici: Marzia Frateschi e Danielle Vangieri)
Tavola rotonda e dibattito con: Marialucia Lorefice (M5S), Vito de Filippo (PD), Stefano Fassina (LeU), Serena Sorrentino (CGIL), Silvia Roseto (UIL), Lisa Canitano (PaP), Guido Lutrario (USB), Carlo Palermo (Anaao-Assomed) Moderatori (Angelo Barbato, Giampiero Riboni)
Conclusioni: Mauro Valiani.

La Campagna Dico 32 raccoglie 66 associazioni (tra le quali Medicina Democratica) che si battono per la difesa della salute e del servizio sanitario nazionale. L’elenco delle associazioni e il manifesto della campagna si trovano a questa pagina : http://setteaprile.altervista.org/730-2/

LEGGE DI BILANCIO 2019
ABOLIRE LE AGEVOLAZIONI FISCALI PER LA SPESA PRIVATA SOSTITUTIVA DEI LEA
E DESTINARNE LE RISORSE AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Il Fondo Sanitario Nazionale previsto dalla proposta di legge di bilancio 2019 del governo attualmente al vaglio del Parlamento è di 114,4 miliardi. Tale stanziamento rispetto al 2018 è maggiore di un miliardo e costituisce un incremento nominale dello 0,9% ma in realtà, a fronte di un’inflazione programmata all’1,2% rappresenta l’ennesima riduzione del finanziamento, in continuità coi precedenti governi Renzi e Gentiloni, e un’ulteriore spinta alla privatizzazione, sofferta dai lavoratori, dai ceti meno abbienti e dai ceti medi. Il servizio sanitario pubblico necessita immediatamente di essere rifinanziato. Le norme in vigore prevedono, al contrario, agevolazioni fiscali per le prestazioni acquistate dal privato, in forma diretta o intermediata da assicurazioni e fondi sanitari contrattuali e non. È necessario e possibile invertire da subito con la legge di Bilancio 2019 questo paradigma.

Le prestazioni sanitarie che si possono acquistare privatamente sono di due tipi:
quelle previste nei Livelli Essenziali di Assistenza garantite dal Servizio Sanitario Nazionale con o senza ticket
quelle non previste nei Livelli Essenziali di Assistenza che il Servizio Sanitario Nazionale non è tenuto a garantire
Da questo angolo visuale le possiamo distinguere in:
sostitutive perché acquisite in forma privata invece che ottenute dal pubblico, per libera scelta o per costrizione derivante dall’impossibilità del servizio sanitario pubblico a fornirle nei tempi clinicamente o socialmente necessari all’utente, anche a causa della sottrazione di risorse degli ultimi anni;
integrative perché acquisite necessariamente in forma privata non essendo previste nei Livelli Essenziali di Assistenza, quindi non dovute e non fornite dal servizio sanitario pubblico.

Non tutte le prestazioni e le forniture che il Servizio Sanitario Nazionale non è tenuto a garantire vanno considerate non essenziali per la prevenzione, cura e riabilitazione di condizioni patologiche e dovrebbero essere accessibili: valgano per tutte le cure odontoiatriche, la fisioterapia e le psicoterapie. Sia la spesa sanitaria privata diretta che quella intermediata sono oggetto in varia misura e con diverse modalità di agevolazioni fiscali, con conseguenti detrazioni di imposte, che negli ultimi anni hanno conosciuto una progressiva espansione, sostenuta anche dall’introduzione di piani sanitari integrativi nei contratti collettivi di lavoro. Queste agevolazioni non distinguono tra prestazioni sostitutive e integrative.

Riteniamo che le facilitazioni fiscali per le spese sanitarie private sia dirette che intermediate contribuiscano a mettere in discussione i fondamenti del servizio sanitario pubblico, a negare il diritto alla salute come diritto di cittadinanza e a rendere più difficile l’accesso alla tutela della salute alla grande maggioranza dei cittadini per i seguenti motivi:
Hanno un impatto negativo sulle entrate dello stato e quindi anche sulla consistenza del Fondo Sanitario Nazionale, costituendo un risparmio e un beneficio solo per chi ne usufruisce e un onere a carico di tutti i contribuenti, in particolare coloro che ne sono esclusi
Incentivano la sanità privata, indebolendo la solidarietà del sistema basato sulla fiscalità generale progressiva, aumentando le disuguaglianze sociali, escludendo milioni di cittadini a basso reddito, che non possono dotarsi di assicurazioni o fondi sanitari
Introducono e favoriscono lo sviluppo di un doppio binario nell’accesso ai servizi, privilegiando chi ha un’assistenza integrativa, creando un’ulteriore discriminazione non solo in base al reddito, ma anche alla posizione lavorativa, a favore dei lavoratori dipendenti tutelati da contratti collettivi, rispetto ai giovani, ai precari, agli anziani, a chi non ha un lavoro stabile e ad ampi settori del lavoro autonomo
Le assicurazioni e i fondi integrativi non coprono i bisogni assistenziali più rilevanti, soprattutto quelli che si manifestano nell’età avanzata, promettono una medicina predittiva inefficace spacciata per prevenzione, favoriscono il consumismo sanitario moltiplicando prestazioni inutili o inappropriate, con incremento dei costi sia per gli assicurati che per il servizio pubblico, a cui gli stessi si rivolgeranno per la frequente necessità di approfondimenti successivi.

Alla luce di queste considerazioni riteniamo necessario rivedere la normativa fiscale relativa alle varie tipologie di spesa sanitaria privata. Proponiamo di introdurre e utilizzare subito nel 2019 la distinzione tra prestazioni integrative e sostitutive come criterio di definizione delle agevolazioni fiscali, confermando per il momento le agevolazioni esclusivamente per le prestazioni integrative e abolendole per quelle sostitutive, per qualsiasi modalità di acquisizione privata, sia in forma diretta a carico dei cittadini, sia intermediata da fondi, mutue o assicurazioni.
È comunque necessario che il Servizio Sanitario Nazionale sia messo nelle condizioni di poter assicurare anche le prestazioni e le forniture necessarie non comprese negli attuali Livelli Essenziali di Assistenza, quali le prestazioni odontoiatriche, riabilitative e le psicoterapie, in modo da rendere inutili le agevolazioni fiscali anche in questi casi.

Le maggiori entrate derivanti dalla abolizione delle predette agevolazioni fiscali, commisurate alla loro entità stimabile per il 2018, devono essere destinate già nel 2019 al Fondo Sanitario Nazionale vincolandole a specifici progetti di salute ed assistenza. Nella consapevolezza che in molti casi il ricorso al privato sia una scelta obbligata per le difficoltà del servizio pubblico a rispondere in modo adeguato, anche a causa del prolungato sottofinanziamento, proponiamo di rendere allo stesso ordinario e fruibile il rimborso delle prestazioni che gli utenti sono costretti ad acquisire dal privato per inadempienze nel rispetto dei tempi di attesa da parte delle regioni e delle loro articolazioni aziendali, come già previsto dall’art. 3 comma 13 del Decreto di Legge 124/1998 e dal Piano Nazionale dei tempi di attesa 2010 – 2012. Le regioni devono rendere nota ai cittadini questa norma, finora poco conosciuta e poco applicata, garantendone la piena attuazione.

In conclusione, l’obiettivo di questa proposta è eliminare incentivi perversi che inducono i responsabili della sanità pubblica a trascurare o rinviare gli interventi necessari ad assicurare l’effettiva erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, confidando nell’ormai diffusa rassegnata abitudine dei cittadini a ricorrere a prestazioni a pagamento o partecipare a costosi e discriminanti piani sanitari sostitutivi.
Da troppi anni gli ultimi governi hanno preferito affamare la sanità pubblica e agevolare la sanità privata, senza riguardo agli effetti delle disuguaglianze di accesso a carico delle persone dotate di meno risorse e all’efficacia degli interventi.
Si tratta di spostare il sistema degli incentivi in modo che la sanità pubblica sia spronata a fare fino in fondo la propria parte, garantendo l’assistenza in ogni territorio del nostro paese, in modo che il ricorso a prestazioni a pagamento non sia favorito o condizionato dalle carenze qualitative e quantitative del servizio.
Si tratta di cambiare prospettiva: sostenere il pubblico affinché svolga al meglio il proprio ruolo anziché agevolare fiscalmente soluzioni alternative. Non per astratte ragioni ideologiche ma perché la sanità pubblica garantisce efficacia e appropriatezza a costi minori, è più equa, promuove la solidarietà e l’uguaglianza tra i cittadini e favorisce la coesione sociale.

Novembre 2018

Angelo Barbato
Forum per il Diritto alla Salute

Marzia Frateschi
Forum per il Diritto alla Salute

Gianpiero Riboni
Forum per il Diritto alla Salute

Gianluigi Trianni
Forum per il Diritto alla Salute

Mauro Valiani
Forum per il Diritto alla Salute

Danielle Vangieri
Forum per il Diritto alla Salute

Nerina Dirindin
Università di Torino

Antonio Muscolino
Medicina Democratica

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