LA NOSTRA (GUERRA) CHIMICA QUOTIDIANA : LA RICINA

Ascolta con webReader

Nelle ultime di cronaca si è avuta notizia della organizzazione di un atto terroristico (mediante avvelenamento di un acquedotto) con il possibile utilizzo di diverse sostanze pericolose. Sono state citate la aflatossina B1 ( 2,3,6aα,9aα-tetrahydro-4-methoxycyclopenta[c]furo[2′,3′:4,5]furo[2,3-h]chromene-1,11-dione ), il Metomyl (metomil (ISO) N-metilcarbammato di 1-(metiltio)etilidenammina ), l’antrace e la ricina.

L’antrace ebbe gli onori della cronaca (anche) dopo gli attentati alle torri gemelli, l’aflatossina è una delle giustificazioni (per chi ci crede) degli OGM in quanto si tratta di una micotossina (un fungo) che ha qualche probabilità in più di attaccare le coltivazioni biologiche (in quanto non soggette a trattamenti fungicidi), il metomyl è un pesticida del gruppo dei carbammati (insetticidi).

La ricina è invece molto più “vicina” nella pratica quotidiana in quanto può essere contenuta nei fertilizzanti organici di origine naturale.

La Ricina : si tratta di un residuo di lavorazione dei semi oleosi (olio di ricino) indicato, nella normativa sui fertilizzanti (dlgs 75/2010) come concime azotato organico denominato “panelli” (“residui della lavorazione di semi oleosi essiccati, residui di lavorazione dell’industria conserviera e dell’estrazione dei succhi di frutti”) ed utilizzato anche in agricoltura biologica.
La ricina è utilizzata come fertilizzante da tempo (già indicato nel 1843), già allora era noto il rischio (per il bestiame) in caso di ingestione, infatti (allora !) veniva sconsigliato come fertilizzante.
La ricina inibisce la sintesi proteica e determina la morte naturale : è uno dei più potenti veleni di origine vegetale (la dose mortale – DL50 – della sostanza pura nell’uomo è intorno a 20 mg/kg per peso corporeo ovvero a 1,4 grammi per una persona di 70 kg) ma è molto più tossica per inalazione. Può condurre alla morte nell’arco di 1 o 2 giorni dopo una inalazione o ingestione di una quantità idonea ).
Se i panelli che contengono i residui di lavorazione dell’olio di ricino non vengono appositamente trattati (la ricina può essere “disattivata” a 80 ° C) la concentrazione di ricina può essere elevata.
L’uso terroristico non è una novità e la ricina è inclusa nella convenzione sulle armi biologiche dall’ONU, è stata testata come arma chimica negli USA già nel 1940, è stata probabilmente utilizzata dall’IRAQ durante la guerra contro l’IRAN (primi anni ’80).
Non è una novità neppure l’utilizzo come medicinale antitumorale (una ricina modificata si è dimostrata utile come chemioterapico nella cura dei linfomi).

Recentemente sono stati registrati intossicazioni di cani (alcuni casi di morte nel 2017 e nel 2018) che hanno ingerito del fertilizzante che la conteneva.
Le indagini condotte hanno evidenziato una mancata indicazione sulle schede di sicurezza dei prodotti (un fertilizzante e un “repellente per insetti terricoli”), nelle stesse la ricina veniva indicata genericamente come “panelli” senza una ulteriore indicazione chiara relativa alla sostanza.
La ricina introdotta in prodotti di produzione italiana proveniva da un unico fornitore francese il quale ha fornito indicazioni non corrette ed in particolare sulla concentrazione del componente ricina nella miscela, dichiarando il non obbligo di registrazione della sostanza nel sistema REACH (regolamentazione europea delle sostanze chimiche) e senza dare indicazioni sulla tossicità della stessa (dichiarazione di “non disponibilità di dati”).
Allo stato le attività svolte (da ATS della Lombardia) hanno determinato il ritiro dal mercato con un decreto del Ministero della Salute.
Le indagini hanno sollevato un caso europeo riguardante la introduzione di regolamentazione sui limiti di concentrazione di ricina e altre sostanze pericolose nei fertilizzanti nonché procedura di controllo e vigilanza, ovvero valutarli come le sostanze di maggior pericolo oggi sottoposte a procedure di autorizzazione dal regolamento REACH e da registrare come pesticidi data la loro pericolosità.
La misura del ritiro del mercato va estesa ad altri prodotti simili contenenti ricina proprio perché tali prodotti sono in libera vendita, anche per usi non professionali oltre ad essere raccomandati nella agricoltura biologica.

Un caso da manuale : sostanza organica “biologica” e nel contempo sostanza pericolosa, antitumorale e nello stesso tempo arma chimica “naturale”, prodotto di uso comune quale fertilizzante ….. un motivo in più per avere coscienza della importanza (e della ambivalenza) della chimica in ogni attività umana compresa la condizione “domestica”.

Marco Caldiroli

Print Friendly, PDF & Email