LE PERSONE CON LESIONI SPINALI NON SONO RIFIUTI E NON DEVONO ESSERE RIFIUTATE

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Milano, 14 febbraio 2020
COMUNICATO STAMPA

Mai più “rifiuti” di persone con lesioni spinali acute! “Salvare” le Unità Spinali della Lombardia, ridurre gli assurdi tempi di attesa per qualunque bisogno sanitario-riabilitativo , con aumento dei posti letto e del personale e adeguamento strutture riabilitative: queste le richieste del Coordinamento Regionale per le Unità Spinali al Seminario di oggi su “Presa in carico e gestione della Persona con Lesione al Midollo Spinale in Regione Lombardia: stato dell’arte”

All’Unità Spinale di Niguarda nel 2018 sono state rifiutate 35 persone con lesioni traumatiche in fase acuta per carenza dei posti di degenza, un dato allarmante e inaccettabile, dovuto alla situazione di grande criticità del Niguarda per la riduzione dei posti letto, per carenza di personale medico, infermieristico e tecnico riabilitativo.
Ma questa è solo la punta di un iceberg che riguarda tutte e tre le Unità Spinali della Lombardia e su cui occorrono scelte precise e interventi strategici, come è stato chiesto da Laura Valsecchi, di Medicina Democratica e Angelo Pretini, presidente AUS Niguarda, referenti del Coordinamento Regionale per le Unità Spinali, che hanno coordinato i lavori del seminario di oggi alla Sala Pirelli in Consiglio Regionale su “Presa in carico e gestione della Persona con Lesione al Midollo Spinale in Regione Lombardia: stato dell’arte”, a cui hanno partecipato oltre 110 persone, di cui
Il Seminario, a cui hanno partecipato oltre 110 persone, di cui 1/3 con lesioni midollari è stato il punto di arrivo di un lungo e complesso lavoro di preparazione, analisi e studio durato due anni ed è stato organizzato con il vice-presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Carlo Borghetti. Due le tappe che lo hanno preceduto: un’audizione in Commissione Sanità e Politiche Sociali del Consiglio Regionale e una visita della Commissione presso l’Unità Spinale dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda.
I lavori, aperti dal Vice Presidente Consiglio Regionale Carlo Borghetti, seguito dall’intervento del Presidente Commissione Sanità e Politiche Sociali Emanuele Monti, hanno dato il via a una sequenza di relazioni, ricche di dati e analisi che non lasciano adito a dubbi e richiedono risposte concrete e scelte di politica sanitaria precise.
C’è infatti un dato generale di grave criticità: le tre Unità Spinali sono in grado di rispondere a meno del 50% delle richieste di ricovero per lesioni spinali traumatiche acute: lo ha sottolineato Tiziana Redaelli, già primaria dell’Unità Spinale di Niguarda, ed è emerso dalle relazioni di Michele Spinelli, primario del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, Massimo Brambilla, primario dell’ Ospedale Morelli di Sondalo e Guido Molinero, primario dell’ Ospedale Mozzo di Bergamo, che hanno illustrato le diverse criticità presenti nelle rispettive strutture.
Come ad esempio il caso di Sondalo, dove è a rischio l’Unità Spinale con il trasferimento della Neurochirurgia e Urologia, che sono fondamentali per la presa in carico della persona con lesione al midollo spinale, con rischio di declassamento del Dipartimento Emergenza e Accettazione e depotenziamento dell’Unità Spinale.
Secondo i dati forniti dal Coordinamento sono circa 30 i nuovi casi di lesioni spinali fra traumatici e non traumatici per 1.000.000 di abitanti. Le tre Unità Spinali non sono in grado di gestirli e regolarmente vengono “rifiutati”: come a Sondalo, dove in tre anni dal 2017 al 2019 ne sono stati respinti 64. Un dramma che mette fortemente a rischio le possibilità di cura e recupero per i traumatizzati, che sono costretti a rivolgersi a strutture ospedaliere non attrezzate, con un prolungamento delle degenze e aumento di possibilità di complicanze, o peggio, a strutture private accreditate, per cui i privati acquisiscono finanziamenti pubblici pur non avendo strutture e competenze adeguate. A questo si aggiunga i grave disagio dei lunghissimi tempi di attesa, da 6 a 12 mesi, per qualunque bisogno sanitario-riabilitativo, con quali conseguenze è facile immaginare. Una situazione complessa che evidenzia la mancanza di una regia nella organizzazione e nelle decisioni politiche per la gestione delle tre Unità Spinali, come ha detto Michele Usuelli, consigliere regionale componente la Commissione Sanità e Politiche Sociali.
Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, che ha concluso i lavori, ha annunciato un incontro entro i mese prossimo il mese prossimo con il Coordinamento Regionale per le Unità Spinali e con i rappresentanti delle tre unità spinali: un impegno che ha preso anche in seguito alle contestazioni fatte durante il suo intervento da Angelo Pretini, che ha chiesto non discorsi generali e ma risposte concrete sui numeri dei posti letto e del personale.

Coordinamento Regionale per le Unità Spinali; Associazione Unità Spinale Niguarda, Associazione Paraplegici Lombardia, Associazione Disabili Bergamaschi, Associazione Spina Bifida Italia, Associazione PassieRuote, LEDHA, Medicina Democratica, Associazione Riabilitatori Insufficienza Respiratoria Operatori Professionali Unità Spinali Lombardia

Carmìna Conte, cell 393 1377616

Fulvio Aurora, cell. 3392516050

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