L’aeroporto di Firenze non si farà, via al Parco agricolo della piana

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L’aeroporto di Firenze non si farà, via al Parco agricolo della piana

La sentenza 1164/2020 del Consiglio di Stato cancella il nuovo aeroporto, confermando la sentenza del TAR toscano contro il decreto ministeriale di Via per il progetto del nuovo aeroporto di Firenze, che fu promossa dai Comuni di Carmignano, di Prato, Poggio a Caiano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, dai Comitati e da Medicina Democratica.
Dice il Consiglio di Stato: “sono infondati nel merito e debbono essere respinti” l’appello principale proposto da Toscana Aeroporti e gli appelli incidentali proposti da Comune di Firenze, Regione Toscana, Enac, Ministero dell’Ambiente e Ministero dei Beni culturali.
Un’altra doccia gelata per una classe politica arrogante ed incapace, dopo l’inceneritore salta anche il mega aeroporto del blocco di potere del magnate argentino Erneukian, di Renzi &Carrai, del sindaco di Firenze Nardella, del Presidente della Regione Toscana Rossi, dell’aspirante Giani, di Confindustria e Confcommercio.
Il TAR disse:
“il progetto sottoposto a VIA “non conteneva quel grado di dettaglio minimo e sufficiente affinché il Ministero dell’Ambiente addivenisse ad una corretta valutazione di compatibilità ambientale, non essendosi individuate compiutamente le opere da realizzare”. E il TAR continuava: “in particolare per quanto concerne le opere idrauliche va evidenziato che la documentazione progettuale originariamente prodotta in sede di VIA non conteneva l’indicazione delle relazioni geologiche, sismiche ed idrologiche, nonché le verifiche geotecniche”. In altri termini, il TAR aveva valutato quello che aveva fatto il Ministero dell’Ambiente nel decreto di VIA; poiché il progetto sottoposto a VIA (ossia il Master Plan dell’aeroporto) non conteneva nemmeno lontanamente il dettaglio delle opere da compiere per costruire l’infrastruttura, aveva rinviato tutto alla fase esecutiva dei lavori. Si sarebbe visto lì, a realizzazione in corso, quale fosse la valutazione da trarre. Il TAR ritenne che “se le opere da realizzare non sono state compiutamente definite è la stessa valutazione di compatibilità ambientale a risultare parziale, non essendo stato possibile verificare in che misura l’ambiente ne risulterebbe modificato”.
Se nel progetto manca la concreta indicazione delle opere da realizzare, come si fa a ritenere che siano sostenibili e adeguate dal punto di vista ambientale? Di qui la censura del TAR che ritenne “contraddittorio e illogico” l’esito positivo della VIA, peggiorato ancora dal fatto che al Master Plan mancava la fase dell’effettuazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Di qui la conclusione del TAR secondo cui l’emissione di un decreto positivo di VIA fosse dovuto all’irragionevolezza di un giudizio positivo espresso nonostante l’individuazione di “gravi carenze progettuali e/o dello studio di impatto ambientale” , da qui il successivo fulmine sul decreto di VIA.
Ma gli aeroportuali si appellano al Consiglio di Stato
Contro questa decisione del TAR della Toscana, gli aeroportuali si sono appellati al Consiglio di Stato, sostenendo che in realtà il progetto (ossia il Master Plan) conteneva invece puntualmente tutte le opere da realizzare.
Il Consiglio di Stato dice
il Consiglio di Stato osserva che sono proprio le prescrizioni del Ministero che dimostrano “l’irragionevolezza di un giudizio positivo espresso nonostante l’individuazione di gravi carenze progettuali”. Infatti le prescrizioni contenute nel decreto di VIA non sono meri dettati di condizioni ambientali da rispettare ma impegni veri e propri di “ricerca e/o sviluppo di nuove soluzioni progettuali”, tra l’altro richiedendo “l’effettuazione e/o l’approfondimento di studi che avrebbe dovuto invece essere presenti ex ante ai fini dell’ottenimento della VIA e non semplicemente verificati ex post in sede di ottemperanza”
Il Consiglio di Stato conferma quindi la giustezza della sentenza del TAR: il parere positivo di VIA è illogico e irragionevole e respinge tutti i ricorsi degli aeroportuali. Non c’è più la VIA. E nemmeno la VAS.
Domande finali
Perché autorità pubbliche hanno comunque approvato e voluto sottoporre a VIA un progetto ( il Masterplan) le cui criticità erano ampiamente note; perché autorità pubbliche hanno voluto comunque mandare avanti un progetto carente, incompatibile col territorio e in contraddizione con la sfida del cambiamento climatico? in nome di quale interessi hanno cercato di forzare la situazione? Nell’interesse di pochi e con tanti soldi pubblici.

a cura di Gian Luca Garetti – Vicepresidente di Medicina Democratica

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