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NO ALLA TAV, NO AGLI ARRESTI, NO ALL’IMPOVERIMENTO E ALLA PRECARIETA’
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La lotta contro la TAV è la lotta più lunga e più partecipata che è stata condotta in questi ultimi decenni. Sono oltre vent’anni che la popolazione della Val Susa la mantiene senza essersi ancora stancata, ne avere arretrato di un passo.

E’ una lotta per la salvaguardia della salute, è una lotta contro lo spreco, è una lotta perché i diritti dei più deboli non vengano calpestati.

La tenacia della popolazione della Val Susa ha pagato perché la sua determinazione è andata ben oltre la valle, ha coinvolto la provincia di Torino, ha interessato tutti i territori che avevano un simile problema, si è ampliata in tutto il paese ed anche oltre i confini nazionali. Ha, non meno, interessato il mondo scientifico, molte università nazionali ed estere. Ha mostrato oltre la protervia anche l’ignoranza del sistema: di chi, per sostanziali motivi di profitto, incapace di alcuna dimostrazione fondata della sua imposizione, impone senza ragione, costringe, con violenza, senza comprensione, agisce con la forza e senza la ragione.

Oggi i 26 arrestati che sono andati ben oltre la Valle, che sono stati effettuati a molti mesi di distanza dei fatti, dopo un cambiamento di governo, mostra come non vi sia stata alcuna svolta sostanziale nei rapporti con i cittadini, come, ancora una volta, nulla si muove in funzione del miglioramento delle condizioni sociali, economiche e politiche dei milioni di persone che hanno una condizione di vita precaria, che sono privi di lavoro, che sono più poveri e più sofferenti.

I ricchi devono essere e, per primi, salvaguardati. Il 10% della popolazione più ricca detiene e continua a detenere, senza essere scalfita, il 50% della ricchezza nazionale. Nessuna pietà per chi sta per decine di giorni in cima a una torre rivendicando un posto un posto di lavoro: sono gli azionisti che devono comunque favoriti. Nessuna comprensione per la vita degli operai dei cantieri navali, per quelli dell’Alcoa o per i pastori sardi, tanto meno per le donne della Omsa....

E’ il bilancio dello stato che deve essere portato in pareggio, a qualsiasi costo, senza naturalmente che chi ha provocato il disastro, chi ha accumulato denaro dal denaro, mediante l’utilizzo del capitale finanziario in modo normale o spregiudicato, ne abbia a risentire o a temere.

Questo per noi vuol dire la lotta contro la TAV, contro la popolazione della Val Susa, Siamo solidali con loro e con gli arrestati. Per il diritto alla Salute e alla Vita.

Milano 27 gennaio 2012

IL DIRETTIVO NAZIONALE DI MEDICINA DEMOCRATICA




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