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oggi è il: 03|07|2024


Nota sul programma dell’UNIONE in tema di Salute
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Il programma dell’UNIONE è stato varato nella sua versione definitiva. Questa versione per quanto ci riguarda è stata migliorata rispetto a quella passata. Sono stati infatti inseriti alcuni capitoli che precedentemente erano rimasti nella penna, sono state accentuati elementi importanti, primo fra tutti quello del diritto alla salute che deve essere realizzato tramite Il Servizio Sanitario Nazionale. Un servizio che deve essere potenziato quanto a finanziamenti e qualità. Un servizio che richiede un grande sforzo di partecipazione dal basso.

Possiamo infatti, come persone “esperte” e a conoscenza degli ambienti istituzionali fare lettere e documenti, chiedere aggiunte e modifiche a programmi e interventi, insistere sulla soluzione di contraddizioni (alcune della quali nel programma dell’UNIONE permangono), ma sappiamo che per realizzare ciò che vogliamo è necessario una grande coscienza collettiva da parte dei lavoratori e dei cittadini. Questi devono finalmente credere che il servizio sanitario “è roba loro”, che non può essere delegato a qualche azienda o direttore generale (uno dei nodi di cui nel programma dell’UNIONE non si parla), che richiede piuttosto di essere sorvegliato nel funzionamento dei suoi servizi e nei modi di utilizzo dei fondi (che sono di proprietà dei cittadini stessi).

Pensiamo ad esempio a cosa potrà significare quella piccola frase del programma che inserisce nei livelli essenziali di assistenza le cure odontoiatriche, dopo anni, forse decenni che ciascuno di noi, nella gran parte dei casi, si è arrangiato privatamente, alleggerendo in maniera consistente la propria busta paga. Bisognerà scontrarsi con interessi consolidati, sarà necessario fare un lavoro e uno sforzo organizzativo di non lieve entità.

Nel programma dell’UNIONE non si parla di CASA DELLA SALUTE ma si dice che il cittadino ha diritto alle cure primarie 24 ore su 24. La Casa della salute è lo strumento politico ed organizzativo tramite il quale si possono realizzare le cure primarie. Essa è anche l’elemento innovativo che può mutare l’organizzazione sanitaria aziendale così come si è consolidata fino ad oggi a partire dai famosi decreti De Lorenzo del 1992. Non vogliamo dire che la salute è avulsa dal vil denaro, ma che il denaro deve essere piegato alle sue esigenze, non può essere l’elemento esclusivo intorno al quale ogni organismo sanitario nasce e cresce.

Ne scaturisce che il sistema dei DRG, quello delle modalità di definizione di elenchi di diagnosi cui fare corrispondere un prezzo, non è rispondente alle necessità di salute. Il sistema deve essere diverso e tendere a verificare gli obiettivi che sono (o devono essere) indicati e raggiunti.

Pensiamo al caso della salute mentale nel quale, in alcune situazioni regionali, si vogliono applicare i DRG, dove gli operatori sono costretti a compilare lunghe file di schede, a fare rapporti e relazioni che, alcuni confessano, sono anche inventati e ciò a scapito della relazione con i pazienti, o delle attività domiciliari (che non ci sono) e di quelle di prevenzione che non esistono. DRG e sanità pubblica sono contraddittori, dobbiamo cercare di farlo capire a quelli dell’UNIONE, particolarmente a coloro che siederanno nel governo della sanità e nelle commissioni parlamentari preposte.

E poi ci sono “le cose vecchie” che sono nate con Medicina Democratica, alcune quanto mai dure a morire, come la libera professione ad esempio. Già lo abbiamo sottolineato nel precedente commento critico.

Non si può notare, come fa il programma dell’UNIONE, la pesante incazzatura dei cittadini utenti che per sottoporsi a visite ed esami in tempi decenti si devono rivolgere al privato o all’intramoenia, e poi riaffermare l’intramoenia.

D’altro canto non si può non agire contro ciò che porta alla sanità pubblica elementi di autoreferenzialità. Franco Basaglia notava ai tempi che gli ospedali erano fatti per gli operatori. I tempi erano diversi e forse Basaglia estremizzava (ma non credo), certo è che se la sanità è cosparsa di ordini - una legge appena approvata da tutti salvo Rifondazione ha istituito da 6 a dieci ordini in riferimento ad altrettante professioni sanitarie, - sarà molto difficile fare un servizio sanitario che deve avere, come dice il programma dell’UNIONE, al centro il cittadino.

L’altra vecchia grande cosa di MD non è stata affrontata dal programma dell’UNIONE se non in termini molto generali. Del resto le differenze fra i suoi partiti componenti erano troppo grosse e forse gli interessi poco componibili. Non è stata affrontata la vicenda TAV e nemmeno quella “solita” degli inceneritori, ma almeno è stata presa la decisione di sospendere le procedure volte alla costruzione dello stretto di Messina.

Questo sarà uno dei più importanti nodi che l’UNIONE si troverà ad affrontare se vincerà le elezioni con il nuovo governo che dovrà costituire. Per fare un lavoro serio sarà necessario sospendere, rivedere od eliminare una serie di provvedimenti presi dal governo Berlusconi che hanno “semplificato” o liberalizzato alcune importanti norme in campo ambientale a partire proprio dal T.U. sull’ambiente recentemente approvato.

Il governo Berlusconi ha approvato una serie di normative UE, cui era tenuto, in maniera il più possibile favorevole alle aziende, per meglio dire ai padroni. Eppure il principio di fondo che dovrebbe essere rivisto e messo in discussione, conformemente alla legislazione italiana in tema di ambiente, è quello della autocertificazione da parte dei produttori, per riaffermare quello della conoscenza, dell’indagine e dei controlli sistematici da parte del servizio pubblico. Un servizio ridotto ai minimi termini e sostanzialmente burocratizzato.

Così l’altro grande principio che deve essere messo in discussione è quello della sussidiarietà. Questo principio è fonte e potrà esserlo sempre di più in futuro della devastazione dei servizi pubblici. La sua pericolosità sta nel fatto che centro destra e centro sinistra sono sostanzialmente d’accordo; la sussidiarietà è trasversale a tutte le forze politiche, salvo che a Rifondazione, e a buona parte dei sindacati confederali.

Al di là delle interpretazioni che vengono date, i comportamenti che ne seguono non sono privi sostanzialmente di diversità. Ad esempio non c’è un discorso contrario da parte del centro sinistra alla nascita delle Fondazioni, compresa la trasformazione degli ospedali in questo nuovo soggetto. Nei sindacati confederali per ora tiene la CGIL, ma con delle contraddizioni interne; inoltre se le esperienze che già sono avviate si dovessero diffondere e generalizzare, del servizio sanitario nazionale non resterà che il nome e forse nemmeno quello.

E’ importante, infine, di fronte al programma dell’UNIONE, e soprattutto alla sua realizzazione evitare la delega. Come non è accettabile che un programma che riguardi un milioni di persone venga commissionato ad un gruppo di pochi esperti, ancora meno accettabile sarebbe che di fronte all’ampiezza e alla difficoltà, nel bene e nel male, dei problemi che vengono posti, vi sia una delega totale agli organismi istituzionali rappresentativi. Senza negare assolutamente il loro ruolo, al contrario per rafforzarlo, è necessario che “dal basso” si possa avere voce in capitolo e quindi si possa avere la possibilità di influire nelle decisioni, comprese le scelte di ordine economico. In particolare sui temi della salute che possono modificare od alterare la condizione di tanti o pochi soggetti, a volte di intere popolazioni, deve passare il principio che siano queste ad avere l’ultima parola.

L’esperienza che è stata fatta in Lombardia che ha portato una serie di forze politiche, sindacali, associative e di movimento (Tavolo di Confronto) a predisporre il programma dell’UNIONE sulla salute per le elezioni regionali, e quindi successivamente a verificare le scelte del governo regionale e le forme di opposizione in contrasto della medesima UNIONE, dovrebbe poter essere portato sul piano nazionale.

In altri termini deve essere appoggiata la proposta che il Tavolo di Confronto della Lombardia sta cercando di attuare: costituire un ampio gruppo di lavoro permanente che sia la coscienza critica e al tempo stesso propositiva dell’UNIONE in tema di Salute.

Fulvio Aurora




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