Medicina Democratica Onlus condivide l’appello in calce alla “Marcia di Assisi” del 25.05.2013 contro la proliferazione di impianti a biomassa e biogas.

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terrenostre-assisi-300x197Riteniamo la digestione anaerobica una modalità di trattamento per diverse tipologie di rifiuti (di origine urbana e agroindustriale) utile per ridurre l’impatto rispetto ad altre forme di gestione ed in particolare di smaltimento. Ma questo non può avvenire con decisioni senza criterio e senza tener
conto delle peculiarità territoriali locali.
Vanno comunque sempre preferiti – ove possibili – trattamenti di tipo aerobico (compostaggio) e gli impianti vanno realizzati con taglie dimensionali e tipologie tali da avere impatti limitati (e minori a quelli di altre forme di trattamento/impiego dei materiali/residui) e comunque tali da non asservire
un territorio e le attività agricole esistenti alla alimentazione di questi impianti.
Occorre migliorare e attuare rigorosamente la normativa tecnica (DM 10.09.2010) da parte degli enti locali. Normativa che già contiene indirizzi in buona parte condivisibili (come pure parte degli obiettivi contenuti nell’appello) sui criteri di valutazione delle proposte di impianti alimentati a “fonti rinnovabili” comprensivi della centralità della partecipazione delle popolazioni interessate a ogni momento procedurale e decisionale.
Per quanto riguarda la combustione di biomasse per la produzione di energia diretta lo consideriamo di un modo non corretto di adempiere agli obblighi e agli impegni circa l’incremento delle fonti rinnovabili.
La combustione delle biomasse (tra le quali spesso si nascondo in realtà rifiuti come nel caso dei cosiddetti “combustibili solidi secondari”) non è quasi mai una opzione rispettosa dell’ambiente e delle caratteristiche territoriali nonché della effettiva produzione locale di residui agroindustriali.
Gli impianti sono quasi sempre accompagnati da altre iniziative di distorsione delle realtà locali dovute dalla necessità di produzioni dedicate per alimentare gli impianti, esattamente il contrario di un utilizzo ottimale e rispettoso delle risorse locali.
Sono le caratteristiche locali che devono condizionare qualunque utilizzo energetico (diretto e indiretto) di biomasse e quindi la realizzazione e le dimensioni degli impianti e non viceversa.
Anche per questo condividiamo la critica alle forme di incentivazione di produzione di energia elettrica anche nella versione del decreto più recente.
Condividiamo inoltre l’obiettivo che questi incentivi economici debbano principalmente essere finalizzati alla estensione e al miglioramento degli interventi per il risparmio energetico e per la riduzione di energia e materia in ogni ambito ed in particolare nella produzione di merci, negli utilizzi domestici e nella mobilità. Lo spreco energetico non si può certo combattere semplicemente cambiando il tipo di combustibile utilizzato ma ripensando l’intera filiera della produzione delle merci e del soddisfacimento dei bisogni primari, individuali e collettivi.

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