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oggi è il: 03|07|2024
Emergenza Rifiuti in Campania

NESSUNO SI ILLUDA DI ESSERE LONTANO DA NAPOLI
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La regione Campania vive in questi giorni la più drammatica crisi ambientale dall’esplosione di Seveso e forse la più grave crisi sociale e civile dal dopoguerra ad oggi .

Bisogna parlare di crisi ambientale poiché quello che sembrava un metodo consolidato di smaltimento dei rifiuti è imploso clamorosamente lasciando affiorare l’ enorme mole di problematiche sanitarie connesse alla nocività di sostanze continuamente prodotte dalla nostra organizzazione industriale .

Essa sostanzialmente tende a riprodurre un modello espansivo legato ai consumi e quindi necessariamente alla produzione smisurata di materiale di scarto .

Sui rifiuti è emersa l’incapacità della classe politica locale di continuare ad imporre al territorio campano il ruolo di recettore passivo e marginale del ciclo dei rifiuti,privo di vantaggi e di garanzie

Tale classe politica si è trovata di fronte la resistenza sempre più diffusa delle comunità locali che si oppone sia all’incenerimento che all’utilizzo del territorio come deposito-pattumiera .

La situazione conflittuale pone numerosi interrogativi a chi vive fuori della realtà campana.

Bisogna chiedersi perché oggi si ribellano in maniera così eclatante e diffusa le popolazioni che hanno subito per decenni l’uso senza criterio del territorio da parte della malavita proprio nel settore dei rifiuti ,senza opporre resistenza e senza porsi tante domande sulle conseguenze di quell’uso.

La risposta va ricercata proprio nelle conseguenze evidenti che la diffusione senza regole di discariche ufficiali o clandestine di rifiuti tossici sta apportando alla salute dei cittadini campani . Sino al 1992 veniva riportato nei rapporti ufficiali ( es. ITACARE ) che l’incidenza dei tumori nel sud ed in Campania era al di sotto di diversi punti alla media nazionale .

All’inizio del terzo millennio questi dati risultano stravolti non solo nelle statistiche ufficiali e negli studi di diversi epidemiologi di fama ma specialmente nella sensibilità della gente che avverte in maniera tangibile la crescita esponenziale del problema cancro e l’espandersi di drammi familiari ai quali peraltro l’organizzazione sanitaria locale non riesce spesso a dare risposte soddisfacenti .

E’ questa giusta consapevolezza ,del rapporto tra sostanze tossiche diffuse negli anni 80 nell’ambiente ,ed incidenza di malattie malformative e neoplastiche che spinge la gente della Campania ad opporsi frontalmente a programmi di smaltimento che non diano garanzie .

Questa opposizione ha creato una crisi dei rapporti con le istituzioni ed in particolare con il governo regionale le cui responsabilità sono grandi nell’aver sottovalutato la gravità del problema ed aver sopravvalutato ,di molto, la sua capacità di recupero d’immagine presso l’opinione pubblica ed i governi nazionali .

Ad esso va ascritta la colpa grave di aver caparbiamente riproposto in ogni occasione l’unica ipotesi accreditata presso gli ambienti industriali del settore che è quella dell’incenerimento e la responsabilità ancor più grave di aver adottato la tattica criminale di far imputridire la situazione generale.

L’intento evidente è stato quello di attendere una serie di emergenze progressivamente più gravi in maniera tale da sortire l’effetto ricattatorio di imporre ob torto collo il sistema dei cosiddetti termovalorizzatori.

Dinanzi alla inflessibile risposta delle comunità locali ( Pianura ,Giugliano -taverna del Re etc..), il governo regionale ,come già accaduto per il caso di Acerra, ha spostato il problema sul piano dell’ordine pubblico e ricorre non più al solito commissario straordinario ma al capo della polizia ,investito insieme all’esercito di poteri speciali per l’emergenza .

Una soluzione da guerra civile le cui conseguenze sono difficilmente valutabili sul piano della democrazia e dei rapporti tra popolazioni locali e governo centrale.

Nessuno potrà mai spiegare perché ,invece di arrivare a tale scontro ,in 14 anni di emergenza quale è quella dei rifiuti in Campania, il governo regionale ed il comune di Napoli che ne è il cuore non ne abbiano mai adottato l’unica soluzione realmente praticabile in breve tempo e l’unica proponibile anche in questi giorni di crisi drammatica : la raccolta differenziata .

Dinanzi all’impossibilità evidente di utilizzare subito sistemi di termodistruzione che ,in ogni caso,hanno tempi tecnici di realizzazione ineludibili e discariche sicure ,in una realtà che ha tanto bisogno di lavoro ,cosa impediva realmente l’organizzazione della raccolta porta a porta del differenziato come da anni chiede il movimento dei disoccupati?

La risposta è che questa soluzione non la si è voluta perché bisogna imporre il programma dei termovalorizzatori.

Medicina Democratica di Napoli denuncia l’espansione esponenziale delle patologie legate alle sostanze tossiche diffuse nell’ambiente da almeno tre decenni non solo dal ciclo urbano ma specialmente da rifiuti industriali provenienti da tutto il territorio nazionale .

Medicina Democratica denuncia il tentativo di isolamento e criminalizzazione delle comunità locali che si oppongono alle discariche ed ai progetti di termodistruzione dei rifiuti ,ritenendo la loro posizione una manifestazione di democrazia e consapevolezza che meritano rispetto ed incoraggiamento.

Medicina Democratica di Napoli respinge inoltre i tentativi di speculazione politica che vengono continuamente riproposti sull’argomento con ottica distorta e accomunando arbitrariamente la protesta dei cittadini ,con le provocazioni della malavita e la classe politica locale che ,tutta e trasversalmente ,risulta coinvolta a vari livelli nella crisi.

Md di Napoli esprime la solidarietà al presidente della regione Sardegna ,Soru,per gli attacchi eversivi di cui è stato vittima da parte di forze che ,in varie regioni ,irresponsabilmente intendono creare sulla tragedia delle popolazioni campane una campagna di xenofobia indegna di un paese civile .

Md esorta le popolazioni campane,le organizzazioni sindacali ,le comunità locali ,le associazioni democratiche a rafforzare i momenti di partecipazione ed a dimostrare che proprio dalla democrazia reale è possibile superare con le proprie forze anche questa fase difficile per i rischi connessi alla salute di tutta la collettività.

Md di Napoli rivolge infine un appello alla classe politica nazionale ed al popolo italiano affinché la vicenda campana faccia riflettere profondamente sulla incompatibilità del dettato costituzionale sul diritto alla salute ,non solo della popolazione attuale ma anche delle generazioni future , ed un modello di sviluppo fondato sui consumi e finalizzato al profitto, un modello che produce rifiuti e malattie , un modo di impostare l’economia che brucia con i sacchetti di plastica l’attualità ed il futuro .

Il problema rifiuti è esploso a Napoli ma sta ribollendo sotto tutta la civiltà occidentale : esso sarà sempre più grave ed incontrollabile su scala planetaria via via che tale modello di civiltà , attualmente dominante ,si espande a livello planetario definendo sempre nuove aree di crisi nelle aree periferiche, economicamente più deboli e socialmente più turbolente .

Nessuno si illuda di essere lontano da Napoli . GENNAIO 2008

Posizione di Medicina Democratica di Napoli, condivisa e assunta da MD nazionale

MD Napoli: Paolo Fierro: tabibfierro@hotrmail.com




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